“Con la cultura non si mangia” diceva uno sciagurato ministro anni fa. “Quattro sassi” gli faceva eco un altro capo popolo anni dopo, riferendosi a Pompei. Costoro non hanno evidentemente mai avuto la fortuna, capitata invece al sottoscritto, di passare una domenica celestiale come quella andata in scena l’altro giorno poco prima dell’ora di pranzo nella piazzetta esterna del ristorante Val Pomaro. Ristorante che da anni è uno dei punti di riferimento ad Arquà Petrarca e che si presta spesso ad eventi dal fascino delle cose semplici ed al contempo alte.
A Val Pomaro Confesercenti e Paolo Gobbi, referente letterario del Parco, hanno invitato lo scrittore Sergio Frigo, autore di “I luoghi degli scrittori veneti” a raccontare il suo libro e soffermando l’attenzione ai luoghi e agli autori veneti. E così uno scopre che poco distante dal Val Pomaro, proprio sul limitare di un vigneto baciato dal sole, è stato ricordato l’amore che il poeta Andrea Zanzotto aveva per quei luoghi. Solo un esempio tangibile di un viaggio lunghissimo e davvero molto ricco in cui Sergio Frigo attraverso il suo libro accompagna il lettore.
E così si scoprono, attraverso le pagine del libro da un puntuale corredo fotografico, che Emilio Salgari prendeva spunto da un luogo selvaggio, contrà Boschetti, lungo l’Adige per descrivere il delta del Gange che non aveva mai potuto vedere di persona.
E in quel luogo Sergio Frigo, già cronista di rango del Gazzettino, ha incontrato un eremita che tra i canneti che hanno ispirato il papà di Sandokan, ci vive da un pezzo.
Il libro di Sergio Frigo racconta di Chioggia, casa dei un romanzo di Natalino Balasso, che oltre ad essere un divertente comico, ha trovato il tempo di ambientare un raccontone lungo lungo lungo il canale della vena.
Frigo tributa il giusto spazio a Gian Antonio Cibotto, cantore del polesine, approfondendo ad esempio il monumento equestre dedicato a Garibaldi, che sulla staffa reca una corona rovesciata. E poi le pagine del libro invitano ad arrampicarsi sulle dolomiti con Dino Buzzati, montanaro di città innamorato della Val Morel.
Un paradiso di cui racconta i miracoli nel suo testamento spirituale.
E c’è spazio poi per Tina Merlin, la giornalista del Vajont, protagonista della battaglia sulla Sade, Antonia Arslan, Massimo Carlotto. Un elenco lunghissimo di autori e luoghi.
Dopo la passeggiata gli ospiti della bella giornata culturale hanno potuto ristorarsi al Val Pomaro con uno sformatino di zucca, degli ottimi tagliolini fatti con la farina di castagne e il ragù di cinghiale, per poi concludere con l’ottima focaccia dolce “Veneziana” che lo chef Andrea Cesarone propone d’estate in abbinata con il gelato, ma è ottima anche con un calice di Fior d’Arancio. Perchè ad Arquà, con la cultura si mangia, ed anche piuttosto bene.