Dall’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison riceviamo e pubblichiamo:
Innse e Istituto Vigilanza Urbe: due vicende di cronaca e disperazione che nei giorni scorsi hanno catalizzato l’attenzione dei media italiani. Due situazioni legate alla delicata fase che sta attraversando oggi il mondo del lavoro. Due questioni che parlano della paura del futuro. Per quanto riguarda l’economia, la provincia di Padova non è in situazioni migliori rispetto ad altre province italiane: è in particolare nelle scorse settimane che la crisi economica ha gravato sulla serenità di centinaia di lavoratori, spesso capifamiglia, che hanno vissuto giorni interi sentendosi addosso una «spada di Damocle». Nell’ultimo mese (periodo metà luglio-metà agosto), insieme al Prefetto di Padova, alle sigle sindacali e alle proprietà delle aziende in crisi, abbiamo affrontato e concluso ben 17 vertenze collettive (interessando aziende tra i 20 e i 200 lavoratori) dove a sostegno del reddito sono stati utilizzati gli ammortizzatori sociali della cassa integrazione o della mobilità, coinvolgendo complessivamente più di mille lavoratori.
Sicuramente gesti eclatanti come la protesta degli operai della Innse o delle guardie giurate che si sono barricate sul Colosseo, a Padova non si sono verificati grazie all’immediatezza dell’intervento delle parti, che mai si è interrotto anche nel bel mezzo dell’estate. Provincia e Prefettura si sono attivate immediatamente, per garantire ai lavoratori quei diritti previsti dalla Costituzione, a partire dal lavoro, necessari a dare a tutti la dovuta dignità anche in un momento difficile. In altre parole, per attivare gli ammortizzatori sociali previsti per legge e per garantire un reddito anche in una situazione generale fragile. Se ciò non si fosse verificato e le vertenze non fossero state aperte e chiuse in breve tempo, probabilmente anche qui la tensione sarebbe salita. Ai lavoratori che attendevano risposte, sono stati dati sostegno al reddito attraverso una forte presenza e presa di posizione da parte delle istituzioni, che unendosi, hanno dato origine a tempestive iniziative. Per dare alle famiglie dei lavoratori la possibilità di mantenere un’entrata nel loro bilancio, a fine luglio abbiamo firmato l’accordo con le banche per l’anticipazione (in alcuni casi a interessi zero) della cassa integrazione senza dover attendere i tempi di approvazione del Ministero e la relativa erogazione da parte dell’Inps, inoltre per chi si trova in difficoltà per motivi legati alla crisi è stata prevista la possibilità di posticipare di un anno le rate dei mutui della prima casa o per gli interventi di ristrutturazione dell’abitazione. Qualche giorno dopo l’avvio di questo accordo, in questo mese, a dimostrazione del valore e della giusta strada intrapresa, il modello collaborativo fra Provincia di Padova, la Prefettura e gli istituti bancari è stato ripreso e riproposto anche a livello regionale.
Infine tengo a sottolineare che altrettanto importante è stato anche il “Piano Provinciale del Lavoro” che il Consiglio Provinciale ha approvato all’unanimità dimostrando un grande senso di responsabilità che evidenzia quanto sia indispensabile programmare velocemente le azioni che già a partire dal mese di settembre devono essere messe in cantiere per affrontare i problemi che si potranno presentare già a partire dalle prossime settimane.
A fine luglio qualche segnale positivo a livello economico c’è stato: l’impressione che ne abbiamo avuto è che si stia almeno arrestando la discesa. Per saperlo dovremo però attendere la riapertura delle attività dopo la pausa estiva.
Tutti ci auguriamo che la crisi si attenui prima possibile, comunque è bene sottolineare che in questo momento di difficoltà economica ed occupazionale le istituzioni padovane stanno facendo quanto possibile, dando il massimo, per cercare di risolvere al meglio e velocemente anche le situazioni più complesse, dimostrando così di meritare la fiducia dei cittadini.
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