“E´ inquietante la fretta con cui l´Amministrazione vuol approvare la delibera attuativa del cosiddetto piano casa: si parla del 28 settembre con un mese d´anticipo sulla scadenza di legge che è il 30 ottobre. In questo modo –avverte Lucio Passi portavoce di Legambiente Padova- si impedisce alla città di informarsi e discutere su quello che sarà un atto che modificherà il volto di Padova: chiediamo di conoscere subito se e quali limiti il Comune intende imporre”. E continua – “il giudizio di Legambiente sul Piano regionale è sostanzialmente negativo soprattutto per il fatto che permette di intervenire, in deroga alle norme urbanistiche, anche sugli edifici non residenziali. Viene ammessa ai benefici della legge qualsiasi tipologia di edificio senza alcuna prescrizione che tuteli la qualità architettonica e la composizione urbanistica degli interventi, cosa che avrà come risultato una prevedibile indiscriminata nuova colata di cemento.”
“Per salvare il salvabile – afferma Lorenzo Cabrelle del Direttivo di Legambiente Padova – è quindi assolutamente necessario che il Comune deliberi limiti e modalità di applicazione della legge per la tutela di particolari situazioni di carattere urbanistico, edilizio, paesaggistico ed ambientale, sfruttando la facoltà concessa dal disposto normativo approvato. Vanno adottate norme di salvaguardia riguardanti edifici, giardini, spazi aperti che, anche se non vincolati, risultino architettonicamente e morfologicamente significativi, o che comunque costituiscano elementi essenziali per la memoria storica e l´identità dei diversi rioni. Tra le modalità applicative non dovrà assolutamente essere dimenticato il “diritto al sole” soleggiamento alla data del solstizio invernale) per i fabbricati limitrofi a quello di cui venga richiesto l´ampliamento. Ma della delibera che dovrebbe essere votata il 28 settembre – conclude Cabrelle- nulla si sa e nessuna discussione, al di fuori della cerchia ristretta degli uffici competenti, è stata avviata. Essendo la tutela della città un interesse collettivo, crediamo che l´individuazione degli ambiti su cui porre le limitazioni che la legge affida ai comuni dovrebbe essere condivisa con la cittadinanza attraverso forme partecipative organizzate, quanto meno a livello di quartieri. “