Oggi pomeriggio, l’Assemblea missionaria diocesana in programma alle ore 15, in seminario Minore a Rubano, sarà dedicata interamente a don Ruggero Ruvoletto.
I missionari fidei donum attualmente presenti in Brasile si stanno recando a Manaus per partecipare domani mattina a una celebrazione per il missionario.
Di seguito le testimonianze di don Valentino Sguotti, direttore del Centro Missionario diocesano di Padova e mons. Francesco Biasin del vescovo di Pesqueira
Don Valentino Sguotti, direttore del Centro Missionario della Diocesi di Padova
«Don Ruggero è un altro martire della Chiesa di Padova. In questo momento come Centro missionario diocesano ci stiamo interrogando su cosa il Signore stia chiedendo alla nostra chiesa con la testimonianza di questi fratelli che danno la loro vita. Di don Ruggero abbiamo sempre conosciuto la generosità; è stato un generoso fino alla fine. Sappiamo che dal seme dei martiri nascono fecondità per la nostra Chiesa e in questo riponiamo la nostra speranza».
Mons. Francesco Biasin, vescovo di Pesqueira (prete della diocesi di Padova)
Mons. Francesco Biasin, classe 1943, prete diocesano di Padova, missionario fidei donum, in Brasile dagli anni ’70, nel 2003 è stato consacrato vescovo della diocesi di Pesqueira, nello stato del Pernambuco (Nordest del Brasile). È stato lui a promuovere e mediare la presenza di don Ruggero in una parrocchia della periferia estrema di Manaus, capitale dell’Amazzonia.
«Non ho potuto trattenere le lacrime perché è un dolore grande quello che provo – ha raccontato mons. Biasin, raggiunto al telefono – per quanto è accaduto a don Ruggero. Un uomo che ho sempre considerato un fratello e un amico. Proprio ultimamente l’ho sentito sereno e gioioso – continua il vescovo di Pesqueira – come non lo sentivo da tempo. Gli inizi non erano stati facili: si doveva inserire in un ambiente difficile di grande degrado, con occupazione disordinate di nuovi terreni ai margini della foresta. Ultimamente la criminalità si era fatta molto aggressiva – racconta mons. Biasin – un vescovo locale era stato sequestrato per alcuni giorni dai banditi, mentre altre cinque case di religiosi della diocesi erano state assalite e derubate. La questione della sicurezza sta diventando motivo di forti proteste e la stessa Chiesa locale sta alzando la voce perché le autorità rafforzino i loro controlli. Le periferie stanno raccogliendo il disagio sociale di quanti cercano un futuro migliore nella città. Don Ruggero – conclude mons. Biasin – nonostante tutto questo stava intravvedendo delle prospettive per il suo lavoro. Ora tutto si è interrotto in modo crudele. È il destino che può travolgere la gente che vive in queste terre. Un destino che i missionari condividono in tutto, senza privilegi».
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