Guglielmo Monti spiega “Utopia a Padova”

 

La mostra “Utopia a Padova” sarà allestita dal 25 al 30 settembre nel cortile pensile di Palazzo Moroni. L’Inaugurazione sarà il 25 settembre alle ore 17.00 presenti il vicesindaco Ivo Rossi e l’architetto Guglielmo Monti.
L’idea su cui si fonda la proposta di restauro urbano per corso Milano a Padova è semplice: sovrapporgli una passeggiata pedonale sopraelevata per integrarlo con la dimensione tradizionale del centro padovano. Il portico commerciale si sposta due o tre piani più in alto, mentre lo spazio sottostante è riservato alle automobili e si trasforma in un grande parcheggio coperto con i suoi servizi. In tal modo un intervento edilizio incongruo, ma ormai ineliminabile, si trasforma in una risorsa, capace di portare il traffico veicolare vicino al cuore della città e di stimolare così una sua realistica pedonalizzazione.

Da oltre dieci anni sto approfondendo quest’ipotesi, per capire se, al di là del carattere utopico della colossale trasformazione funzionale che comporta, sia tecnicamente realizzabile. In questo lavoro è stata essenziale la disponibilità del Comune, che ha fornito gli elaborati tecnici dell’esistente, la partecipazione appassionata dell’Arch. Eugenio Barato, a cui si deve l’assemblaggio degli elaborati e l’inserimento delle nuove trasformazioni, e la collaborazione della falegnameria Roncato, artefice del plastico su cui le proposte hanno trovato una verifica volumetrica.

I materiali che ora si propongono all’attenzione pubblica, con l’illustrazione che avrà luogo a palazzo Moroni, sede comunale, il 25-09-09 alle ore 17.00, sono il risultato di questo lavoro, ma non vogliono assumere il carattere di un progetto d’architettura. Se così fosse, si ricadrebbe nello stesso errore che ha provocato negli anni ’60 la costruzione di corso Milano, con l’imposizione di un grande oggetto univocamente determinato e fatalmente destinato a scontrarsi con la crescita storica della città. Si propone invece una direttiva per un percorso progettuale collettivo che dovrà tradursi in architetture definite alla scala adeguata, in modo da collaborare alla formazione di una sorta di collina artificiale capace d’integrare il salto dimensionale al resto del centro storico.

L’idea di utilizzare gli errori del passato prossimo per migliorare la città presente è un modo per riscattarlo senza distruggerlo e può essere applicato anche ad altri casi, in modo da costituire un sistema di avvicinamenti e stazionamenti veicolari, con corrispettivi percorsi pedonali volti a riscoprire le acque, le mura e i monumenti. Propongo quindi gli spunti iniziali, che spero di poter sviluppare, per il quartiere Conciapelli, l’ex Ospedale e l’area dell’ex stadio Appiani e velodromo Monti.

Guglielmo Monti