Non manca molto alle elezioni regionali. In Veneto, una delle terre più inquinate d’Europa dove i cittadini sono sempre più lontani dalla politica, si aprirà una finestra che può permettere, dopo 25 anni, di costruire una nuova opportunità per il nostro territorio.
L’ultima tornata elettorale, sia quella europea che quella amministrativa, ci mostrano una regione con un forte astensionismo (quasi il 40% degli aventi diritto) ed una netta predominanza di un partito come la Lega, oramai sempre più vocato a cavalcare e strumentalizzare temi nazionali, dimenticando nella maggioranza dei casi le specificità e le esigenze territoriali.
Ci sono però dei veneti profondamente convinti che il futuro non sia scritto, che nella regione esistano forti spinte verso il cambiamento e che serva mettersi in gioco tutti assieme con molta umiltà per disegnarlo.
Per questo il 25 giugno prende il via la campagna IL VENETO CHE VOGLIAMO, un percorso che si pone ora come unico obiettivo quello di mettersi in ascolto del territorio e costruire occasioni di incontro e scambio tra persone e realtà, per indagare assieme gli scenari e gli orizzonti del civismo veneto. Incontri in tutte le province, per far emergere istanze condivise e per intercettare realtà che dal basso provano a cambiare le cose.
Il primo di questi incontri si terrà a Padova martedì 25 giugno, alle 20.45, alla Fornace Carotta. Il seguente a Schio il 2 luglio alle 20.30.
Parteciperanno tutti e tutte coloro che in questi anni sono stati protagonisti di esperienze civiche non solo nella città del Santo, da cui certamente arriva una spinta propulsiva forte, ma nell’intera provincia. L’obiettivo è quello di costruire una rete tra soggetti e persone, che si allarghi a tutta la regione senza un fulcro centrale definito, per coinvolgere e ascoltare il territorio, facendolo partecipe e protagonista di un processo per la costruzione di un nuovo percorso politico dal basso.
La serata sarà introdotta da interventi su temi strategici per il nostro territorio: ambiente, sanità e trasporti, che sappiano fare da innesco ad un dibattito dove tutti potranno avere voce, con brevi interventi. Sarà poi chi vive il territorio a contribuire e portare la propria esperienza e costruire il dibattito.
“Una serata, quella padovana, dove si discuterà di temi, prima di ogni altra cosa. Così come accadrà in tutte le altre.” afferma Lorenzoni. “Ciò che ci unisce e fa da base ad un percorso condiviso non lo possiamo trovare nei calcoli o nelle appartenenze. Sta nelle grandi questioni che riguardano la nostra terra, ed è discutendo di quelle che possiamo costruire una base comune.”
“Se esiste una possibilità di costruire un percorso innovativo ed efficace in Veneto,” prosegue Nicola Rampazzo “serve coinvolgere le periferie (fisiche e sociali) per portarne la voce al centro. Così deve avvenire in Veneto, una delle regioni italiane con la maggiore dispersione territoriale. Per questo è importante formare una rete, avviare un percorso di ascolto reciproco, discutere dei temi che ci uniscono, costruire una base prima di pensare alle altezze.”
“Alla fine di questo percorso tireremo le somme di quanto emerso e delle questioni che tutti riteniamo fondamentali” conclude Marco Carrai. “Se saremo tutti d’accordo e avremo trovato punti in comune, inizieremo a ragionare di come sfidare la Lega nella nostra regione. E ho grande fiducia e ottimismo verso ciò che potremo costruire.”