Anno nuovo e abbonamento vecchio da rottamare, specie per quanti delusi dalla Champions o dall’andamento della propria squadra del cuore hanno deciso di iniziare il 2020 con una disdetta da Sky piattaforma che sulla tv ha la posizione predominante.
Il mercato ha visto negli ultimi anni animarsi l’offerta, dopo anni di duopolio satellite versus digitale terrestre, con l’entrata nella partita anche delle piattaforme, anch’esse a pagamento, che operano sul web come Dazn e simili.
Giù il Milan avanti tutta i cugini nerazzurri
Non tutti ridono in questo inizio 2020 e forse qualche disdetta piove non tanto per un campionato di calcio che sa essere sempre avvincente e quest’anno più degli altri vista anche la grande corsa della Lazio con Ciro Immobile in stato di grazia.
Pensate per esempio ai tifosi del Milan che erano partiti con ben altre premesse all’epoca del calciomercato mentre i cugini nerazzurri, appaiono nella prima parte del campionato, in grande forma con una squadra per nulla fiaccati dalla partenza di Icardi. Gli uomini agli ordini di Antonio Conte, macinano risultati che non ricordavano da tempo immemore, ed addirittura puntano allo scudetto con l’acquisto del fortissimo Eriksen e l’arrivo dal Napoli di Llorente, che proprio a San Siro cerca il riscatto di una stagione finora tutt’altro che da protagonista con il Napoli.
Napoli ancora in difficoltà, Samp in vendita
E pensiamo al Napoli appunto a cui la cura Gattuso finora ha regalato una media punti, specie in casa, che se continuerà rischia di escludere la squadra azzurra dal calcio che conta in Europa. Segnali di miglioramento arrivano e saranno probabilmente confermati, complice anche un calendario per nulla proibitivo a primavera.
La situazione per i conti di alcune squadre italiane, ad esempio la Sampdoria ma anche l’Udinese, è positiva, tanto che il presidente dei blucerchiati Ferrero sta ipotizzando di vendere la squadra per mettere a posto i bilanci non proprio rosei delle proprie attività nell’industria cinematografica.
Piccoli bilanci in ottica europea
Attivi o passivi di bilancio a parte, nel suo complesso il campionato di serie A appare però di una dimensione leggermente ridotta rispetto ai campionati che esprimono le squadre al vertice della Champions.
Un dato su tutti: persino la Juventus, una squadra di alta fascia in Italia ad avere uno stadio di proprietà, sfigura sul piano europeo della competitività come fatturato societario che non sfiora neppure le grandi big spagnole o britanniche.
Facciamo un attimo lo screening della squadra più blasonata e anche quella più ricca del campionato italiano: l’esercizio 2018/2019 della Juventus chiude con ricavi pari a € 621,5 milioni ( con un miglioramento di 116,8 milioni di euro rispetto all’esercizio 2017/2018) e una perdita di € 39,9 milioni che evidenzia una variazione negativa di € 20,7 milioni rispetto alla perdita di € 19,2 milioni dell’esercizio precedente.
Sono lontani ad esempio i favolosi otto mostri calcistici della Premier league che fatturano assieme 3830 milioni di euro contro un cumulato di Juventus, Roma, Inter e Napoli che superano di poco il miliardo di euro, lasciando alle altre società le briciole o poco più. E questo dato riassume anche il perchè poi società già in difficoltà a generare occasioni di business che esulino dalla vendita di biglietti e abbonamenti, rischino di diventare ancora più marginali nell’epoca del calcio globale.
Il campionato riparte sull’asse Torino-Milano
Forse una corsa serrata Juventus – Inter renderà questo campionato 2020 più avvincente? Basta aspettare tra qualche ora il fischio d’inizio della nuova giornata per capirlo. In prospettiva potrebbero arrivare delle indicazioni anche dalla Champions League dove esiste la favola di un’altra squadra nerazzurra: l’Atalanta che proprio dalla seconda fase della competizione della coppa dalle grandi orecchie potrebbe trovare la definitiva consacrazione nel club delle società che possono permettersi anche grandi campioni. Visto che a differenza delle grandi, l’Atalanta, ma anche altre squadre come il Sassuolo (unica piccola che può contare come la Juve sullo stadio di proprietà e cioè il Mapei stadium) dai conti in ordine e dalla piazza che vola sull’entusiasmo di risultati fino a qualche anno fa semplicemente inimmaginabili.
Un po’ come fu l’Udinese di tanti anni fa che poteva permettersi uno Zico allo stadio Friuli ed addirittura di veder giocare sul proprio campo i blaugrana del Barcellona. Perché, ogni tanto, le favole si avverano nella provincia italiana del pallone. Anche per quanto riguarda la riscossa degli abbonamenti sia allo stadio che alla paytv.