Duemila pasti distribuiti nei tre giorni del fine settimana di Pasqua. Settanta persone coinvolte, tra cui quattro chef di gran blasone. Tutto per realizzare e consegnare, gratuitamente, una serie di pranzi pasquali sabato, domenica e lunedì, a chi è in difficoltà ed abitualmente si rivolge alla Caritas e chi invece è al lavoro per fronteggiare al meglio l’emergenza Coronavirus a Padova. E’ il nuovo capitolo della serie di iniziative che da oltre un mese sono messe in campo in maniera del tutto spontanea dagli imprenditori del mondo della ristorazione che si riconoscono nel gruppo #PadovaNonSiFerma. Una sessantina di titolari di bar, ristoranti, enoteche, pasticcerie e panetterie che nel giro di sei settimane di impegno hanno già coccolato gli operatori degli ospedali Covid della Regione con oltre 4000 pasti consegnati con tutti i crismi previsti dalla legge e anche con tutta la professionalità di cui cuochi e pasticceri aderenti alla staffetta culinaria e benefica sono capaci per mestiere.
“E’ nato tutto da una chat su whatsapp – ricorda Jacopo Morelli, ideatore assieme ad un ristretto gruppo di colleghi ristoratori dell’iniziativa cresciuta fino alle dimensioni odierne – ora è diventata una macchina capace di mettere in tavola, chiaramente con lo strumento della consegna a domicilio dei pasti, fino a trecentocinquanta pasti per turno. E’ un’esperienza che fa del bene a medici e infermieri che si sentono “coccolati” da questa piccola attenzione che riserviamo loro e che ingentilisce la pausa durante turni spesso massacranti. Ma è anche un toccasana anche per noi operatori: siamo abituati a lavorare, a metterci in campo tutti i giorni e avere questo tipo di missione benefica ci ha aiutati fin qui a sopportare meglio l’inattività forzata dei nostri locali”.
Ristoranti e pasticcerie che hanno riaperto in molti casi a scartamento ridotto con le quantità, ma garantendo la stessa qualità per la consegna al cliente a domicilio o per asporto e che comunque trovano risorse ed energie autonome per fare il servizio quando richiesto.
“Si lavora con una notevole continuità – spiega Ivan Totaro, altro imprenditore del gruppo – e tra chi consegna e chi cucina ogni giorno ci sono una dozzina di noi all’opera. Siamo diventati un gruppo di amici: molti di noi manco si conoscevano all’inizio di questa avventura. Ora bastano tre messaggi in chat per organizzare un servizio extra in base alle richieste che ci arrivano spesso anche last minute”.
Il trittico di solidarietà di #PadovaNonSiFerma che ogni giorno dall’inizio dell’emergenza ha garantito questo tipo di servizio, vede numeri davvero impegnativi con una “colazione extra large” nella mattinata di sabato quando dalla cucina del Caffeine, locale di via Roma, in pieno centro storico a Padova, partiranno in tutto 600 pancacke verso la pediatria di Padova ma anche verso le caserme di Carabinieri, Vigili del Fuoco e Polizia di Stato. Domenica il quartiere generale dell’iniziativa si sposta alle Cucine economiche popolari di Padova, ente gestito dalla Diocesi di Padova dove a lavorare saranno 4 chef di gran nome in Veneto: ai fornelli in realtà già da venerdì si sono messi Stefano Agostini, del ristorante 19.94, Giuseppe “Pino” Romano di Enotavola, Luca Tommasicchio del ristorante Tola Rasa ed Andrea Valentinetti del ristorante Radici. Tutti e quattro chef di livello stellare che hanno messo a punto un menù pasquale che verrà gustato dai padovani più in difficoltà: quelli che ogni giorno si vedono costretti a rivolgersi alle cucine gestite da suor Albina per un pasto caldo. In tutto 250 menù, che andranno a sommarsi ai 200 che invece verranno poi recapitati ai centri Covid di Padova e Schiavonia oltre che ad allietare la tavola di una comunità per persone disabili a Vigonza.
Contemporaneamente saranno preparati anche 250 panini, sfornati caldi da Casa Vecchiato la mattina di Pasqua, che saranno distribuiti ai senza tetto nella giornata di lunedì di Pasquetta assieme a della frutta fresca e dell’acqua minerale.
Sponsor principale dell’iniziativa è il gruppo Aspiag che a NordEst gestisce i marchi Despar, assieme al salumificio Brugnolo, al pastificio Artusi ed alle ditte del settore food come Polo, Carlsberg, Fruit Service società padovana di Saonara, e Balan distribuzione bevande.
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