“Dispiace che i fuochi del Redentore quest’anno non ci siano. E’ una delle grandi tradizioni veneziane. Si comprende che c’è un problema di assembramenti ma credo che come si va al ristorante o in discoteca, così si poteva gestire anche questo fenomeno. Certamente si poteva trovare una soluzione. Da sindaco avrei cercato di rispettare le regole, ma un’idea di sviluppo della festa si poteva avere, magari con una soluzione originale. Credo sia più facile vietare che gestire un fenomeno complesso: evidentemente Venezia aveva anche in questo caso bisogno di una sferzata di fantasia. Ed invece è arrivata la burocrazia a bloccare tutto”.
A dirlo lo scrittore e professore Stefano Zecchi, candidato sindaco alle prossime amministrative di Venezia con il Partito dei Veneti intervendo al programma Il Morning Show di Radio Cafè.
“Venezia è molto malinconica in questi giorni, io ho un grande disprezzo verso colleghi intellettuali che dicono che così Venezia finalmente si può vedere, si può godere senza i turisti – ha aggiunto Stefano Zecchi in diretta a Il Morning Show di Radio Cafè – Venezia è una città che deve essere ripresa nella sua vita e nella sua anima. Non si può pensare di trasformare Venezia in una sorta di Pompei. La bellezza deve essere una bellezza vivente”.
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