Emergenza fino a tutto dicembre. Così ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il plauso degli esponenti del centro sinistra che proprio grazie ad una spregiudicata capriola di Giuseppe Conte sono tornati al Governo un anno fa quando non ci speravano più. Gli stessi esponenti politici che si indignavano (giustamente) di fronte al “pieni poteri” di Matteo Salvini ebbro di popolarità al Papeete, non si sono accorti o non si vogliono accorgere che questo stato di emergenza, e forse anche il precedente, consegna un potere enorme al presidente del Consiglio in una situazione che è tutt’altro che di emergenza sanitaria: le terapie intensive sono talmente vuote che alcune sono chiuse per scarico ferie dopo il lavoro straordinario di infermieri e medici durante il picco di degenze di febbraio e marzo in Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, lasciando segni piccoli e circoscritti nelle altre regioni d’Italia.
E con tutto ciò si continua a garantire ai lavoratori pubblici di non doversi manco degnare di uscire di casa per andare a lavorare, ai dipendenti della motorizzazione civile di rifiutarsi di fare gli esami di guida, a quelli delle Poste di aprire a giorni alterni e a quelli dell’agenzia delle riscossioni di dare istruzioni al citofono. Chi va al pronto soccorso per accompagnare un familiare poi deve aspettare in auto o sotto il sole, perchè siamo in una emergenza, a guardare i numeri, assolutamente immaginaria. Fino a quando? Fino a quando converrà ai governanti nazionali e locali. Conviene a Luca Zaia che continua a rimanere inscalfibile nella sua posizione di presidente/conduttore/super primario, conviene a Giuseppe Conte perchè nessuno si immaginerebbe una crisi di Governo durante una emergenza. Che poi sia solo sulla carta, pazienza. Quando finirà? Forse quando i nodi arriveranno al pettine e quindi probabilmente già in autunno, quando la produzione industriale continuerà a flettere, i fatturati continueranno a diminuire e un genio del Governo evocherà di niovo la parola lock down.
Come scrive il sociologo Stefano Allevi: “Hanno prodotto una situazione di emergenza con la loro incapacità di affrontare l’emergenza.
E oggi chiedono il prolungamento dello stato di emergenza per affrontare l’emergenza di cui sono la causa.
E’ un mondo meraviglioso…”
Chiosa da par suo il direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani Carlo Cottarelli: “Secondo ForumPA, durante lo smartworking forzato il 41% dei dipendenti pubblici avrebbe migliorato la propria produttività. Per un altro 41% la produttività sarebbe stata invariata. Come si giunge a queste conclusioni? Si tratta di AUTOVALUTAZIONI…ah, beh, allora…”
Io sono molto stanco di questa paura indotta, di questa emergenza che serve a conservare poteri e poltrone, di questa continua angoscia che sta strozzando la nostra economia a cominciare da turismo e horeca. Credo che gli italiani debbano inziare a domandarsi a chi è convenuta ed a chi conviene questa “dittatura del consenso”, come l’ha battezzata Vittorio Sgarbi.
Alberto Gottardo