Nasce a Montegrotto il museo delle Terme: storia e cultura lunga due millenni

 
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I romani le chiamavano “Aquae Patavinae”. Persone di ogni ceto sociale affrontavano viaggi o veri e propri pellegrinaggi per immergersi nelle acque del comprensorio termale euganeo per risolvere patologie e infermità e nel percorso di guarigione donavano alle divinità che patrocinavano le sorgenti oggetti preziosi, recipienti, ma anche riproduzioni anatomiche delle parti del corpo sanate.

A Montegrotto Terme, in provincia di Padova, nel cuore del più grande polo dedicato alla salute termale in Europa, dove la conoscenza delle acque termali è documentata fin dai tempi precedenti l’arrivo dei romani, nasce un nuovo museo dedicato al termalismo e alla sua storia. Il Museo del termalismo antico e del territorio è il primo museo non solo in Italia, ma nel mondo, interamente dedicato alla risorsa termale, declinata nei suoi molteplici aspetti, tra geologia, medicina, archeologia e storia. Nasce con la forza della ricerca scientifica ultraventennale condotta in maniera interdisciplinare dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e il CNR, con il fondamentale sostegno della società Ales. Ha sede nel rustico di Villa Draghi, alle pendici di un parco pubblico, e sarà gestito dal Comune di Montegrotto Terme attraverso l’associazione Lapis.
L’esposizione si compone di pezzi unici, alcune riproduzioni, e grazie a elaborate ricostruzioni virtuali e modulazioni in 3D aiuterà il visitatore a conoscere sensorialmente le diverse caratteristiche del termalismo. Come gioco, i bambini, ma non solo loro, avranno anche la possibilità di interrogare niente meno che l’oracolo Gerione in versione touch.
Il Museo si articola in tre aree tematiche: il termalismo come fenomeno naturale, il termalismo percepito nell’antichità sia come dono divino, dalle straordinarie potenzialità terapeutiche, sia come risorsa, anche economica, da sfruttare per la cura e il benessere del corpo; la parte più estesa e ricca riguarda naturalmente il termalismo euganeo, inserito nel contesto del territorio collinare attraverso le sue trasformazioni nel corso del tempo, tra antichità ed età moderna e contemporanea.
Per comprendere come funzionassero le antiche terme curative, nel museo è stato anche ricostruito il funzionamento di una noria, utilizzata per il sollevamento dell’acqua, uno strumento simile a quelle individuate nell’area con le grandi piscine di via Scavi, nel centro di Montegrotto, zona rappresentata in un grande plastico “storico”, risalente agli anni ‘60 e recuperato per il museo.
Uno degli spazi del museo è dedicato alla ricostruzione di uno degli ambienti di una villa scoperta in via Neroniana, sempre nella cittadina termale, con la sua pavimentazione realizzata con preziosi marmi bianchi e neri, la lunga parete dipinta con un vivace rosso “pompeiano”, e i raffinati affreschi che decoravano le pareti e il soffitto; nelle vetrine, molti oggetti di grande pregio, tra cui spiccano gli elementi ricomposti di un sontuoso sedile realizzato in calcedonio.
Il Museo del Termalismo è una componente fondamentale del costituendo Parco archeologico delle Terme Euganee. Offre un ricco percorso culturale volto ad evidenziare i modi di sfruttamento, soprattutto in età romana, di una delle più importanti risorse naturali di cui gli antichi potevano disporre, l’acqua termale, che poteva essere utilizzata per scopi terapeutici ma anche per quel benessere psico-fisico, ancora oggi di grande attualità.
Il PERCORSO
Il percorso museale, dove per la prima volta viene illustrata la lunga storia del termalismo antico, con particolare riguardo all’area locale, si distribuisce su due piani: dopo un’illustrazione “immersiva” del fenomeno naturale, in una sala di accoglienza appositamente adattata, la narrazione prosegue con la scoperta della potenzialità delle acque termali, interpretate in un primo tempo come emanazione del sacro e poi ampiamente sfruttate per la cura e il benessere del corpo.
Le sale centrali sono dedicate al comprensorio euganeo: una lunga linea del tempo permette al visitatore di comprendere le diverse fasi dell’occupazione umana, mentre un video lo accompagna, in una sorta di teatro virtuale, a cogliere le trasformazioni del paesaggio dalla preistoria fino ad oggi. Si entra poi nel vivo del contesto termale, ed in particolare nel lago, consacrato in epoca preromana a un dio delle acque, poi chiamato Aponus. Molti materiali, sia originali che riprodotti in copia, danno la misura del popolamento del territorio, soprattutto nel periodo romano, quando l’acqua termale diviene una preziosa risorsa economica. Vengono illustrate, con materiali, un grande plastico e ricostruzioni virtuali le diverse aree archeologiche presenti nel territorio, anche se oggi solo in parte visibili. Uno spazio più ampio è dedicato alla grande villa di via Neroniana: nel Museo si è cercato di ricreare con l’allestimento la sala più bella e più ricca, con le sue pregevoli decorazioni architettoniche, pittoriche e scultoree.
Un piccolo spazio è lasciato anche al gioco: un’installazione appositamente creata, permette soprattutto ai più giovani fruitori del Museo di interrogare l’oracolo di Gerione, che, secondo la tradizione, proprio presso le Aquae Patavinae decretò per il futuro imperatore Tiberio la buona riuscita delle sue imprese.
Il museo è dedicato alla memora di Luciano Lazzaro, ricercatore universitario, antesignano e pioniere dell’ambito archeologico termale euganeo, prematuramente scomparso, che molto si prodigò per la divulgazione della storia antica del territorio.

L’edificio che lo ospita era un annesso di Villa Draghi, lussuosa residenza posta in posizione dominante sull’abitato di Montegrotto Terme, costruita verso la fine del XVI secolo e variamente rimaneggiata nei secoli successivi.