“Il codice della crisi può e deve essere vissuto come una opportunità per un cambio culturale: la crisi è una fase fisiologica dell’azienda che va prevenuta e che necessita di interventi rapidi. Perché dalla crisi si può uscire senza per forza mettere fine alla vita imprenditoriale dell’organizzazione aziendale”. A dirlo Flavia Morazzi, revisore contabile esperta in crisi d’impresa, aprendo i lavori del convegno di questa mattina alla sala conferenze della Camera di Commercio dal titolo “Fermare la crisi d’impresa e accedere a fonti alternative di finanziamento”, organizzata da Federcontribuenti assieme a SardexPay, piattaforma di scambio di moneta complementare tra aziende.
“Mentre a Roma si discute di repliche e crisi parlamentari noi ci occupiamo delle crisi delle aziende – spiega Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti – abbiamo messo in piedi una task force di professionisti che illustrano agli imprenditori gli strumenti che già la legge mette a disposizione, come il processo di ristrutturazione aziendale e di composizione negoziata della crisi, strumento che se adottato per tempo, può fare la differenza tra la continuità aziendale e la chiusura per fallimento”.
Tra gli interventi più tecnici quello dell’avvocato Fabio Gabrieli, da anni al fianco di Federcontribuenti nell’assistenza alle imprese alle prese con la morsa tra banche e fisco.
“Abbiamo studiato a lungo la procedura della composizione negoziata della crisi aziendale e siamo pronti ad assistere gli imprenditori che vogliano mettere al riparo la propria organizzazione patrimoniale dalla crisi che già sta mordendo da tempo i conti delle imprese – spiega l’avvocato Gabrieli – l’istituzione di questa nuovo strumento di prevenzione del fallimento o della liquidazione giudiziale ha appena 5 giorni e quindi è tema freschissimo. Abbiamo messo a punto, assieme a Federcontrinuenti, una struttura agile e rapida che possa aiutare le imprese a tenere la tempesta che sta arrivando.” Secondo Gabrieli in realtà in questo periodo a Padova si sta registrando una sorta di “bonaccia”: solo 34 fallimenti nei primi 5 mesi dell’anno, quando nel 2021 nello stesso periodo se ne registravano più del doppio.
“Gli stessi creditori non propongono l’istanza del fallimento e le banche sono state incentivate da decreto sostegni e agenzia delle entrate è inerte – chiarisce Gabrieli – poichè sono riprese rottamazioni e rateazioni: lo Stato sta cercando di fare cassa senza strangolare la gente. Ma i nodi arriveranno purtroppo presto al pettine”.
“Oggi le aziende sono in una condizione di grandissima fragilità: per mesi hanno potuto non pagare debiti erariali e le banche sono rimaste ferme – spiega Flavia Morazzi – il grande aumento di materie prime, il costo dell’energia e i debiti pregressi potrebbe ro determinare uno tzunami”.
Anche sul fronte delle cartelle esattoriali il clima non pare favorevole.
“Continuano ad arrivare segnalazioni in associazione di cartelle che definire pazze è un eufemismo -spiega l’esperto dei temi di finanza e mercati Fabrizio Zampieri – siamo di fronte ad un collo di bottiglia che rischia di travolgere, con pregressi francamente inesigibili, le aziende che faticavano già prima dei lock down a sopravvivere”.
Tra le dighe che potrebbero fermare questa ondata c’è anche la moneta complementare. A spiegarlo Maria Letizia Rigato, responsabile partnership del circuito SardexPay, che ha illustrato i vantaggi del nuovo strumento di transazione interaziendale.
“In un periodo in cui anche le banche iniziano a chiudere i boccaporti – spiega Maria Letizia Rigato – offriamo la possibilità alle aziende di farsi credito tra di loro in maniera automatica, trasparente e gratuita. Nato in Sardegna e Veneto il nostro strumento di moneta complementare ormai transa milioni di euro di valore ogni mese. E da questa crisi usciremo appunto con la moneta complementare come strumento consolidato di ulteriore business”.