La Delegazione Pontificia, come comunicato, sta facendo svolgere approfondite analisi e rilievi sul monumento equestre al Gattamelata di Donatello. Solo dopo aver raccolto tutti i dati necessari con le più moderne tecnologie, questi verranno vagliati dal comitato scientifico e dai migliori esperti mondiali del settore – dichiara l’arcivescovo Fabio Dal Cin, delegato pontificio per la basilica di Sant’Antonio in Padova – Solo in seguito ad un quadro scientifico inoppugnabile, che certifichi lo stato di salute dell’opera, potranno essere prese decisioni, in sinergia con tutte le autorità competenti. Lo stesso spostamento della statua per proteggerla, come avvenuto per altri monumenti di importanza capitale, ad esempio il Marco Aurelio del Campidoglio, è al momento solo un’ipotesi di lavoro, tra quelle possibili, segnalata da molti specialisti come necessaria per salvare l’opera. La copia del Gattamelata, comunque condotta con tecniche non invasive, resta un auspicio di questa delegazione, pronta a dialogare con tutte le istituzione poste a tutela del bene culturale.
“Credo che l’operazione di ricognizione e la prospettiva di restauro della statua del Gattamelata, voluta dalla Delegazione Pontificia, e la sua messa in sicurezza, lontano dai pericolosi agenti atmosferici e ambientali, debba essere da stimolo per l’amministrazione di Padova che ultimamente si è fermata sul fronte della conservazione del patrimonio monumentale. La posizione del sottosegretario Sgarbi credo lascino più amarezza per la scarsa conoscenza che evidentemente costui ha delle reali condizioni della statua, e poichè non indica, com’è d’obbligo per chi ha responsabilità di Governo, alternative e soluzioni a un problema evidente di conservazione”. A dirlo il presidente dell’Associazione Orizzonti Marco Carrai che fa un bilancio su quanto avvenuto nel corso degli ultimi anni a Padova.
“Nel corso degli ultimi dieci/quindici anni a Padova sono state recuperate all’antico splendore le 78 statue del Prato della Valle dopo che alla fine degli anni ‘90 finalmente era stata messa in sicurezza la Cappella degli Scrovegni. Ultimamente si ha l’impressione che i monumenti siano diventati una sorta di sfondo per le proiezioni natalizie, piuttosto che motori dell’identità cittadina. Faccio un solo esempio: il Leone di Piazza dei Signori cade letteralmente a pezzi, vittima dell’incuria che negli anni lo ha reso più simile a una zebra che al simbolo della Serenissima Repubblica. Credo si possa partire da qui per lanciare una movimentazione civica per adottare nei prossimi anni una serie di monumenti meritori di cura. L’associazione Orizzonti lancerà nel corso della prossima assemblea degli oltre 100 soci una sottoscrizione per rimettere a nuova vita il Leone, simbolo della Repubblica Veneta, troppo spesso agitata come un feticcio dai nostalgici, e che invece è patrimonio di tutti i padovani ed i veneti”.
A Verona, ricorda il presidente dell’associazione, il Leone è stato completamente restaurato con un medesimo meccanismo di crowd funding e di sponsorizzazione da parte di privati.
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