Tutto nasce un bel giorno, mentre sei nel massimo della tua operatività e così per caso ti piomba la Guarda di Finanza nei tuoi uffici. Sono quei fulmini a ciel sereno che non ti aspetti mai quando porti avanti una condotta societaria più che seria e professionale, senza una sbavatura amministrativa.
Eppure, senza se e senza ma, parte l’indagine e a Michele Zanella la Guardia di finanza ipotizza di aver nascosto al fisco oltre 16milioni di euro grazie a una triangolazione per il pagamento delle royalties in Inghilterra e nelle isole Cayman.
Ipotesi che costerà a Zanella e ai suoi il sequestro preventivo di tutti i beni. Comincia così il calvario di Michele Zanella e la “O BAG”, il colosso di Padova nella produzione di borse colorate e personalizzabili, un vero e proprio miracolo commerciale italiano che oggi conta 400 punti vendita nel mondo.
Zanella & C. indagati per frode fiscale, “quella frode che ha permesso alla società di dedurre, nelle annualità d’imposta dal 2012 al 2016, costi per royalties non dovute per un importo pari a 16,6 milioni di euro, con un’evasione complessivamente quantificata di oltre 4 milioni di euro”.
Questo ovviamente quello che ha affermato la Guardia di finanza, quel tanto che è bastato per il rinvio a giudizio del management della O BAG.
Insomma, si va a processo, un dibattimento più che altro documentale e quindi più veloce rispetto agli altri tempi della nostra Giustizia.
Il Giudice dovrà vedere solo le carte e tutto ciò prodotto a difesa di questa accusa che ha creato a Zanella & C. non pochi danni d’immagine e se vogliamo anche economici.
“2022, si attende quindi la sentenza, su un’accusa che non stava ne in cielo e ne in terra, ma quando ti rinviano a giudizio, devi lottare per far valere le tue ragioni, ragioni che Michele Zanella e soci erano lampanti nelle carte.
Atti senza prova responsabilità penale, insomma, nulla di tutto ciò che la Guardia di Finanza aveva ipotizzato. Tutto limpido, gestione societaria esemplare tanto che mercoledì 2 novembre 2022 arriva il dispositivo di sentenza firmato dal Giudice di Padova, Carlo Marassi.
Un’assoluzione PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE, l’unica conclusione possibile per una causa che non si sarebbe dovuta tenere, le carte parlavano chiaro sin dal primo momento, nessua frode fiscale, ma in Italia si sa come va la Giustizia anche se stavolta ha trionfato.