Gli artigiani assumono a tempo indeterminato. Lo dicono i dati di Confartigianato Imprese Padova che ha analizzato i contratti di lavoro stipulati nelle aziende amministrate dalla sua società di servizi.
“Negli ultimi 16 mesi, il 52% delle aziende artigiane da noi assistite ha assunto un dipendente e, dal momento che abbiamo la necessità di instaurare rapporti duraturi e non stagionali, nel 70% dei casi abbiamo attivato un contratto a tempo indeterminato – spiega il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio-. Si tratta di dati che confermano una realtà: i collaboratori delle aziende artigiane sono risorse fondamentali da valorizzare in un’ottica di crescita”.
Eppure, sono introvabili. Secondo i dati del bollettino Excelsior di Unioncamere – Anpal, relativo al 2022, in provincia di Padova le aziende hanno cercato 28.590 operai specializzati, conduttori di impianti e operai di macchinari fissi e mobili, con una difficoltà di reperimento del 55%. Mancano, quindi, all’appello più di 15.700 figure professionali da impiegare nei settori ad alta vocazione artigiana.
“I comparti che hanno assunto di più e hanno preferito applicare il contratto a tempo indeterminato sono quelli della meccanica e dei trasporti – continua Dall’Aglio-. Si tratta dei settori che hanno una maggiore difficoltà di reperimento del personale ma la situazione è generalizzata per quanto riguarda l’artigianato”.
Tornando ai dati del bollettino Excelsior di Unioncamere – Anpal, tra gli operai specializzati, quelli più difficili da reperire sono i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (69,2%), gli addetti del tessile abbigliamento (68,2%) e gli operai del comparto legno (66,1%). Sono introvabili anche i conduttori di veicoli a motore (58%).
“Davanti a questo scenario, le aziende artigiane da anni stanno mettendo in campo politiche di attrazione, permanenza e valorizzazione dei collaboratori – prosegue Dall’Aglio-. Oltre alla stabilità dei rapporti di lavoro e ai compensi stabiliti dai contratti nazionali, noi applichiamo in moltissimi casi il welfare aziendale, perché crediamo sia importante mettere il benessere dei nostri dipendenti al primo posto. Inoltre, continuiamo ad essere fucina di talenti, lo testimonia il fatto che il 23% delle nostre imprese ha nel proprio organico almeno un giovane in apprendistato, con la prospettiva di avere un lavoro stabile e iniziare con noi a costruire il proprio futuro”.