La finanza sequestra a L’Aquila l’azienda farmaceutica che diluiva il doping

 

I Finanzieri del Comando Provinciale di Padova, a fronte di un decreto di sequestro preventivo emesso dall’autorita giudiziaria, hanno bloccato, presso una nota azienda farmaceuticain provincia de L’Aquila, la linea produttiva di farmaci che venivano spacciati come dopanti, non soggetti a prescrizione medica, in realtà privi di principio attivo a causa dell’elevatissima diluizione e degradazione, dovuta a non idonee condizioni di conservazione.
Nel corso dell’attività sono stati inoltre sequestrati 27 flaconi contenenti la diluizione madre ed il principio attivo originario di somatotropina (nota come “ormone della crescita”), che avrebbero consentito l’illecita produzione e commercializzazione di migliaia di fiale.
Decine di migliaia di fiale erano già state distribuite sul mercato nazionale tramite grossisti e farmacie, trenta delle quali sono state perquisite.
Il filone investigativo nasce da attività d’indagine, nel corso della quale veniva individuato un cicloamatore, fornitissimo di “aiuti chimici”, conosciuto nell’ambiente con il soprannome di “Furia”, in grado di “spacciare” sostanze dopanti quali la somatotropina e la eritropoietina, utilizzate dagli atleti per aumentare la massa muscolare e diminuire quella grassa, ottenendo in questo modo un considerevole aumento della potenza fisica.
Il successivo sequestro di 11 fiale di eritropoietina omeopatica nell’abitazione di un ciclista amatoriale coinvolto nelle indagini, consentiva d’individuare l’azienda farmaceutica produttrice, ove venivano “messi in sicurezza” 83 flaconi contenenti la diluizione madre ed il principio attivo originario di somatotropina e di eritropoietina.
L’estensione dell’attività investigativa ai “canali di distribuzione” permetteva di rilevare la vendita, senza alcuna prescrizione medica e piano terapeutico, di tali prodotti.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Benedetto Roberti di Padova, va inquadrata nell’ambito dell’operazione “VIA COL DOPING” che, a far data dallo scorso luglio, ha già consentito l’arresto dell’ex commissario tecnico della nazionale di ciclismo serba, di sottoporre a misure restrittive della libertà personale un noto medico sportivo padovano, nonché la denuncia di altre 30 persone, tra cui 12 ciclisti professionisti, 5 medici, 3 direttori sportivi di noti team delle “due ruote” per i reati di ricettazione, commercio, cessione, utilizzo, detenzione e contrabbando di prodotti dopanti.