Valvole cardiache “killer”. Adriano Cestrone puntualizza i termini della vicenda

 

Servono più controlli da parte dell’Unione europea su chi autorizza l’entrata in commercio delle valvole cardiache, se vogliamo evitare che si ripetano casi come quelli delle Tri-Technologies, che provocarono diversi morti tra Padova e Torino. A lanciare l’allarme è Adriano Cestrone, direttore dell’azienda ospedaliera di Padova. “Quello che è capitato – sottolinea Cestrone – potrebbe ricapitare”. A certificare tutte le valvole cardiache che vengono utilizzate in Europa, spiega, è uno dei Tuv (Technischer Überwachungsverein) tedeschi. Si tratta di enti che garantiscono per la sicurezza dei prodotti che vengono messi in commercio e uno di essi si occupa anche delle valvole cardiache per tutta Europa. E’ quello che ha dato il via libera alle valvole difettose della Tri-technologies prodotte in Brasile.
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“Il Tuv tedesco – spiega il capo dell’azienda ospedaliera di Padova – ha sbagliato una volta e potrebbe anche tornare a sbagliare”. “Autorizzò – denuncia – il commercio della valvola solo sulla base di documenti presentanti dalla stessa azienda produttrice. Servono più controlli dell’Unione europea. E poi serve che questo ente si prenda le sue responsabilità. E’ giusto che i pazienti e i parenti delle vittime vengano risarciti. Ma a pagare deve essere anche chi ha autorizzato l’impiego delle valvole”.
“Quello che voglio sia chiaro, e che non sono riuscito a spiegare bene in trasmissione – ha proseguito Cestrone – è che le valvole Tri-technologies erano certificate dal Tuv tedesco che le ha validate sulla base del progetto: è stata una pratica sbagliata perché non è stato controllato il processo di produzione”.
“Su questa base – ha affermato – non potevamo sapere che quelle valvole andavano incontro a rotture, e quando l’abbiamo saputo, nell’agosto del 2002, abbiamo segnalato immediatamente il malfunzionamento al ministero. Questo è successo perché non ci sono stati controlli sulla reale corrispondenza tra progetto e realizzazione della valvole”. “E’ fondamentale – ha aggiunto Cestrone – che questa cosa non si ripeta: il ministero deve mettere in piedi immediatamente delle commissioni di controllo sugli enti certificatori, il marchio di garanzia deve corrispondere ad una garanzia reale”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti in tema di risarcimento alle 27 persone alle quali erano state impiantate le valvole difettose e ai loro familiari, il direttore generale ha aggiunto: “é giusto che queste persone abbiano un risarcimento: a loro da parte mia va tutta la mia solidarietà e la garanzia del fatto che l’Azienda ospedaliera in questi anni ha già accantonato 5 milioni di euro a scopo risarcitorio”.
“Di questi – ha sottolineato – un milione e 300 mila euro sono già stati corrisposti ai familiari delle vittime ed alle persone operate che hanno subito dei danni. Noi ci rifaremo sui responsabile soggettivi ed oggettivi per questi danni, cioé il prof. Dino Casarotto, chi commercializzava le valvole Tri-Technologies e appunto il Tuv tedesco che ne ha validato il progetto senza controllarne la reale efficacia”.