“Mi pare che la situazione che stiamo vivendo su scala nazionale ed i recenti fatti di via Padova dimostrino che il problema è vissuto da tutte le grandio realtà urbane, a Padova che è amministrata da me come a Milano che è amministrata da non so quanto tempo dal centrodestra. I problemi non dipendono da chi governa. Da chi governa dipendono le risposte e le soluzioni. I problemi vanno affrontati, andando oltre alla denuncia degli stessi”.
Questo il commento del sindaco di Padova Flavio Zanonato sull’intervista del ministro dell’Interno Roberto Maroni che cita in un lungo passaggio l’esempio della gestione del quartiere di via Anelli, quello reso famoso dal muro antispaccio come caso di intervento per evitare nuovi casi di rivolta come avvenuto in via Padova.
“Ci siamo basati per risolvere il rompicapo di via Anelli su un giusto equilibrio tra diritti e doveri per gli immigrati, tra legalità ed integrazione – aggiunge Zanonato – non si può far vivere gli immigrati in tuguri facendo pagare loro gli affitti in nero e poi chiedere al contempo che rispettino la legge o si comportino bene quando vengono trattati sempre male. Bisogna al contempo puntare sulla legalità: è vissuta a volte come il contrario dell’integrazione, ed invece legalità ed integrazione sono attività complementari: non sono l’opposto l’una dell’altra, anzi la legalità difende i più deboli e favorisce l’integrazione se accompagnata da diritti minimi”.
“Mi hanno detto che sono un sindaco sceriffo, che attuo pratiche di destra. Io credo semplicemente di aver fatto quello che deve fare un sindaco – aggiunge Zanonato – un conto è ragionare in modo propagandistico un conto è affrontare i problemi. Io non ho fatto propaganda, ho risolto parte dei problemi che nella mia città si accompagnano con l’immigrazione. Mi hanno dato una mano in tanti, prefetti, questori, parocchie ed associazioni. Abbiamo lavorato tanto evitando gli slogan. Altrimenti succede che quelli che sanno solo produrre slogan e propaganda balbettano e non sanno cosa fare”.
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