Il detenuto suicida questa mattina nella casa di reclusione di Padova è il tredicesimo dall’inizio dell’anno. Lo riferisce l’Osservatorio permanente sulle morti in carcere di cui fanno parte i Radicali Italiani, e le Associaziono ‘Il Detenuto Ignoto’,’Antigoné, ‘A Buon Diritto’, ‘Radiocarcere’, ‘Ristretti Orizzonti’. “Giuseppe Sorrentino, 35 anni – riferisce l’Osservatorio – si è ucciso questa mattina alle 10.30 nella Sezione ‘Protetti’ della Casa di Reclusione di Padova. L’uomo, che era in cella da solo, si è impiccato alle sbarre della finestra del bagno mentre gli altri detenuti erano fuori dalla Sezione per ‘l’ora d’arià. “Sono stati proprio i compagni, dal cortile, ad accorgersi di ciò che stava accadendo e a dare l’allarme, ma quando gli agenti sono entrati in cella per soccorrerlo – aggiunge l’Osservatorio – Sorrentino era già morto”.
Guarda il servizio di Micaela Faggiani per Telechiara “Di origini campane, era in carcere già da diversi anni e la detenzione lo aveva duramente provato: infatti manifestava da tempo segni di profondo disagio ed era reduce da un lungo sciopero della fame che lo aveva debilitato – dice l’Osservatorio – Ricoverato più volte in Ospedale e in Centro Clinico Penitenziario, ogni volta al ritorno in carcere riprendeva la sua protesta, lamentando in particolar modo una scarsa attenzione alle sue problematiche da parte degli operatori penitenziari”. L’Osservatorio riferisce anche come il suicidio di Sorrentino è il secondo in meno di due settimane nella Casa di Reclusione di Padova, dove il 23 febbraio scorso, nella stessa Sezione, si tolse la vita Walid Alloui,28 anni. “Dall’inizio dell’anno – conclude l’Osservatorio – salgono così a 13 i detenuti suicidi e a 31 il totale dei morti ‘di carcere’,che comprendono i decessi per malattia e per cause ‘da accertare'”.
“I suicidi riportano all´attenzione di tutta l´opinione pubblica i problemi del nostro sistema carcerario che continua ad essere caratterizzato da sovraffollamento, fenomeno che impedisce spesso di fare attenzione ai problemi della persona reclusa”.
Commenta così Raffaele Zanon la notizie del suicidio avvenuto questa mattina nel carcere di Padova, il secondo in una settimana e il tredicesimo dall’inizio dell’anno.
“Oltre al sovraffollamento – continua Zanon – c´è il problema di scarsità dell´organico che in una struttura come quella di Padova dovrebbe, soprattutto per quanto riguarda la parte ad alta protezione, essere garantita per mantenere un alto livello di vigilanza ed efficienza. Fra i problemi irrisolti dell´istituto di correzione di Padova vi è anche lo scarso impegno in attività lavorative della popolazione detenuta, una condizione questa che porta in prigionia a stati di depressione grave, proprio come successo nelle ultime due settimane”.
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