Hanno venduto per 200mila euro una bambina di 13 anni a due loro connazionali residenti in provincia di Padova. Per questa accusa il gip del tribunale di Trieste ha emesso una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro cittadini croati appartenenti ad un gruppo rom. Gli investigatori della polizia e gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo giuliano, hanno individuato e bloccato tre persone del gruppo, mentre è ancora ricercata in campo internazionale la madre della bimba. La piccola doveva essere destinata alla commissione di furti – si spiega in una nota della Questura – La “vendita” è avvenuta – secondo gli investigatori – nel settembre dello scorso anno. L’accusa contestata dal giudice è quella di acquisto e alienazione di schiavi. La condanna che rischiano gli indagati è ad oltre venti anni di carcere. L’inchiesta della squadra mobile di Trieste è iniziata nel settembre dello scorso anno dopo il ritrovamento di due minori rom, vittime di riduzione in schiavitù. I loro aguzzini erano una banda di zingari finita in carcere a dicembre del 2009, in un altro filone di indagine su abusi commessi ai danni di bambini denominato ‘Gipsy child’.
Guarda come a Padova i Sinti sono stati aiutati dal Comune ad integrarsi
“I fatti di cronaca continuano a dimostrare quanto sia necessaria una rigorosa regolamentazione dei campi nomadi e quanto debbano essere strette le maglie dei controlli nei confronti degli stessi campi molto spesso irregolari. Siamo di fronte a furti, comportamenti criminali e ciò che c´è di peggio alla violazione dell´infanzia”.
Commenta così Raffaele Zanon candidato del PdL alle prossime elezioni ed ex assessore regionale alla sicurezza e ai flussi migratori la notizia della vendita di una bambina rom ad una famiglia del campo di Correzzola. 200 mila euro l´investimento per avere una bimba “educata” al furto in appartamento e allo scippo.
“È compito principale di ogni comunità civile tutelare l’infanzia da ogni forma di abuso – continua Zanon – Non diamo asilo a culture che tollerano questo tipo di destino per i loro bambini, ma accogliamo chi desidera integrarsi, non ha nulla da nascondere e accetta regole”. Il progetto di legge proposto da Zanon prevede una serie di norme che dovranno essere osservate dalle comunità nomadi che intendono usufruire delle aree comunali in primis quella di registrare la presenza dei minori soggetti all’obbligo scolastico. “Basta nascondersi dietro false giustificazioni – conclude Zanon – non intervenire significa contribuire al triste destino di questi minori usati per chiedere l´elemosina al semaforo o “educati” a commettere furti. Le Amministrazioni locali si facciano carico della gestione dei campi nomadi e dello sgombero di quelle aree che sono state oggetto di attività criminose, che vanno bloccate sul nascere adottando una linea decisa e meno tollerante.”