Sfruttavano gli addetti al facchinaggio ed evadevano il fisco. La guardia di finanza arresta tre padovani

 

Trenta milioni di euro tra oneri previdenziali e fiscali e contributivi non versati, 18 milioni di euro in contanti, titoli di società ed immobili sequestrati. Sono i numeri dell’operazione della Guardia di finanza di Padova che dalle prime luci dell’alba di oggi sta procedendo a numerose perquisizioni tra Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana. Ventuno le persone indagate e tre destinatari di ordinanze di custodia cautelare in carcere per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Secondo le stime della guardia di finanza il sodalizio criminale incassava un volume cash di denaro di oltre 10mila euro giornalieri, frutto del denaro non versato alle casse degli enti previdenziali dei titolari delle cooperative, che invece li consegnavano ai capi dell’organizzazione, finiti in carcere, che li reinvestivano in attività lecite quali bar e negozi.
Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare in carcere anche un consulente fiscale che lavorava a tempo pieno per la banda, ed aveva il compito di “fabbricare” documenti che facessero apparire la situazione contabile delle numerosissime cooperative, intestate a titolari di comodo, in regola.
Sotto la copertura delle cooperative riunite in consorzi, centinaia di lavoratori, in maggioranza stranieri, ma con anche molti italiani tra le fila della manovalanza, si aggiudicavano i servizi di facchinaggio di importanti gruppi industriali del settore alimentare del nord Italia e non solo.

“L’organizzazione criminale che abbiamo gominato sfruttava centinaia di lavoratori che non potevano permettersi di ammalarsi , di fruire di un periodo di maternità, le ferie e la pensione erano una chimera”. A dirlo è il comandante della Guardia di finanza colonnello Ivano Maccani, che con l’impiego di oltre cento uomini questa mattina ha eseguito oltre quaranta perquisizioni in otto province del nord Italia nell’ambito dell’operazione che ha portato all’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare ed alla notifica di 21 avvisi di garanzia. Tutti gli indagati sono accusati di evasione fiscale ed altri reati connessi alla gestione di una ramificata rete di cooperative di facchinaggio che impiegava oltre un migliaio di lavoratori che venivano pagati in maniera irregolare e nella gran parte dei casi senza che avvenisse il relativo versamento degli oneri previdenziali e fiscali. “Il sistema illecito collaudato – continua il colonnello Maccani – era decisamente redditizio e concorrenziale , in grado di sbaragliare la concorrenza grazie a prezzi nettamente inferiori alla media di mercato, e si era già diffuso dal Veneto all’Emilia Romagna , al Piemonte , alla Toscana . Grazie all’arresto dei vertici dell’organizzazione ed al sequestro di beni mobili ed immobili per 18 milioni di euro abbiamo impedito che si espandesse in altre regioni ove aveva già fissato i suoi avamposti”.