Trentenne disabile violentata per sei ore da due romeni: minacciata con un coltello all’uscita di un bar all’Arcella

 

E’ stata violentata nella notte tra giovedì e venerdì, per sei ore. Brutalizzata da due romeni che l’avevano addocchiata in un bar del popoloso quartiere Arcella a Padova. E per 24 ore la donna, una trentenne affetta da un pesante handicap motorio, ha tenuto dentro di sè la vergogna dello stupro. A convincere la donna, violentata nella notte tra giovedì e venerdì in un casolare abbandonato, sono state le compagne di lavoro della donna, che sono riuscite a farsi raccontare quanto le era accaduto. Le colleghe dell’impiegata avevano notato che la trentenne era particolarmente taciturna e triste una volta arrivata al lavoro.
“Mi hanno rapinata” aveva raccontato al padre una volta ritornata a casa alle 5 di mattina. Ma non era andata così. I due romeni le avevano rubato i due cellulari con cui la donna era uscita quella sera, ma non si erano accontentati solo di quanto di prezioso la ragazza aveva con sè. Uno dei due bruti si trova attualmente in una cella della casa circondariale di Padova: si tratta di un 25enne arrestato ieri dagli investigatori della squadra mobile della questura di Padova, Dragos Marian Cruceanu, pluripregiudicato per reati quali furto e resistenza a pubblico ufficiale. Dalla ricostruzione fatta dagli uomini della questura i due romeni hanno deciso di abusare della donna avendola vista frequentare un bar dell’Arcella. Giovedì sera quando la donna, che si muove a bordo di una mini car negli spostamenti da casa e cammina con grande difficoltà, è salita a bordo della sua mini auto, Cruceanu l’ha affrontata puntandole un coltello alla gola e costringendola a guidare fino al casolare abbandonato dove li aspettava un complice, romeno anche lui, già identificato dalla polizia. Lì su un sudicio materasso i due romeni hanno violentato a turno la donna, e solo alle 5 di mattina l’hanno lasciata andare dopo averla minacciata di morte se avesse parlato con la polizia. Gli investigatori al comando del vice questore aggiunto Marco Calì una volta raccolta la denuncia si sono messi subito sulle tracce del romeno arrestandolo: l’uomo è stato fermato al rientro nel casolare dello stupro. I poliziotti gli hanno trovato la custodia del cellulare rubatole la notte della violenza. Ientificato ma ancora latitante il secondo stupratore. “Gli conviene costituirsi alla svelta – ha detto il capo della squadra mobile Marco Calì – non molleremo la presa finchè non riusciremo ad arrestarlo”.