Il progesterone vaginale somministrato in donne a rischio di parto prematuro riduce tra il 45 ed il 50 per cento la probabilità di una nascita prima del termine della gravidanza. Lo stabilisce uno studio pubblicato oggi dalla prestigiosa rivista scientifica “Ultrasound in obstetrics and gynecology”. Uno dei centri partner dello studio, unico in Italia, è il centro di ostetricia e ginecologia dell’azienda ospedaliera di Padova diretto dalla dottoressa Maria Teresa Gervasi. Per due anni l’equipe di medici ed infermieri coordinato dalla dottoressa Gervasi ha lavorato allo screening di donne con raccorciamento cervicale all’utero asintomatico. A metà del campione è stato somministrato progesterone in gel, al gruppo di controllo un placebo. Lo studio dei risultati del test clinico dimostra come, se la terapia inizia dal secondo trimestre il rischio di gravidanza ante termine diminuisce del 45 per cento. “La diminuzione del rischio – spiega la dottoressa Gervasi – è particolarmente importante nei casi di predisposizione a parti prima della 33esima settimana. Abbiamo studiato in tutto l’andamento della gravidanza di 465 donne sottoposte ad ecografia transvaginale e risultate con un raccorciamento cervicale all’utero asintomatico. Grazie alla somministrazione del progesterone si può migliorare le aspettative di nascita senza patologie di una parte considerevole dei 30mila bambini che nascono prima del compimento della 37esima settimana ogni anno in Italia”.
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