Paolo Giaretta su Berlusconi: “Non gli basta il sapone per togliersi il sudicio di dosso”

 

Da Paolo Giaretta, senatore del Pd, riceviamo e pubblichiamo: “Lo sappiamo. Per Berlusconi la campagna elettorale è sempre quella: si gioca sulla capacità di far andare a votare i più faziosi, quelli che si fanno muovere solo dall’odio per il diverso da sè. Non ci deve essere rispetto per niente. D’altra parte, e purtroppo, le campagne elettorale negli Stati Uniti la destra le fa così. Naturalmente più sei debole, più devi alzare il tiro. Senza rispetto umano, senza riguardo, senza alcuna considerazione sulle conseguenze istituzionali.

Così gli avversari politici sono degli zozzoni che non si lavano (forse non mangiano più i bambini perchè ce ne sono troppo pochi). Torniamo alla destra degli anni ‘50, certe cose le leggevi solo nelle riviste fasciste tipo “Il Borghese”, che accomunavano il disprezzo per il PCI a quello per la DC. E questa è bella: il re degli sporcaccioni (in ogni possibile senso morale e politico) accusa gli altri di non lavarsi. La differenza è che per la sporcizia di Berlusconi non c’è sapone in grado di agire.

I magistrati sono un cancro. Senza rispetto oltretutto anche per i malati di cancro, che la loro croce se la devono portare e sono indicati dal Presidente del Consiglio come la peste. Questo nel giorno in cui con grande senso della memoria nazionale il Presidente della Repubblica ha ricordato i molti eroi civili ed i magistrati in particolare uccisi dal terrorismo. Purtroppo abbiamo alle spalle una triste storia nazionale, in cui al terrorismo delle parole ha fatto seguito il terrorismo degli omicidi. Anche di questo è dimentico Berlusconi.

Però vuol anche dire che c’è una distrazione nell’opinione pubblica che non si giustifica solo con la libertà vigilata dei mezzi di informazione televisivi. Tra le lacrime dignitose di Napolitano davanti a familiari dei caduti assassinati dai terroristi e le sguaiate piazzate del vecchio sporcaccione non è questione di politica e di informazione, dovrebbe bastare il senso della pietà umana e del rispetto civile.

Questo pone un problema all’iniziativa politica. Come del resto ho detto più volte il partito degli indignati non basta. C’è una parte del paese che non riesce più ad indignarsi neppure di fronte alle peggiori esibizioni. Una parte di elettorato che finisce per non credere più a nulla.

Eppure o riusciamo a parlare anche a quella parte di elettori e convincerli che sono tempi che non permettono più diserzioni democratiche o ci aspettano tempi veramente bui. Perchè a forza di alzare il tiro rischiamo di trovarci in una situazione in cui i problemi, anche quelli socialmente devastanti non solo non vengono risolti,ma neppure affrontati o almeno riconosciuti. E la vita civile e democratica si riduce ad una guerra per bande, in cui neppure il campo di gioco ed il regolamento viene rispettato. Restano solo macerie.

Io penso che il PD debba sul serio interpretare una “alterità” rispetto a questa politica, non solo con parole ed atteggiamenti ma anche con una testimonianza personale, di comportamenti, di linguaggi, di scelte esemplari che reintroduca la credibilità di una politica diversa. Con scelte anche dirompenti sul piano dei progetti, della lentezza e pesantezza del sistema politico, dei suoi costi. Se accettiamo l’ordinarietà è un lento addormentarsi della coscienza civica del paese.

Le elezioni amministrative sono una buona occasione. Mi auguro che i cittadini avvertano l’importanza di un segnale: buoni sindaci ma anche una rivendicazione del valore della democrazia ed una punizione per chi ha deciso di non rispettarla”.