Qualcuno l’ha già definito il chilometro più commerciale della città, io penso che diventerà l’ultimo miglio per molti piccoli commercianti padovani. Padova est sta per definirsi non tanto e non più solo l’ingresso orientale della nostra città, ma descrive chiaramente la vocazione mercantile di Padova. Ikea con vicino Comet e Pittarello, poi il Centro Giotto e presto, di fronte al Net Center (il grattacielo più alto che abbiamo) una nuova area da 14.000 metri quadrati destinata a un ennesimo centro commerciale. Ne avevamo bisogno? E poi proprio lì? Non ne faccio, non solo almeno, una questione di traffico: anche se è più che evidente che entrare in città da quel casello diventerà leggermente infernale… soprattutto in periodo di fiere, ma penso ai piccoli commercianti che vedranno assottigliarsi sempre di più i loro margini di guadagno, stretti dalla morsa dei megastore che indubbiamente suscitano interesse da parte dei consumatori attratti sia dal parcheggio- facile sia dalle molte proposte sia dall’idea (a volte illusoria) che lì ci sia il risparmio reale. Basta fare un giro nel mercato delle piazze, la mattina, per accorgersi che frutta e verdura in pieno centro costano meno che nei centri commerciali… Ma al di là di questo, temo che la città stia demolendo se stessa, presa dalla smania di apparire al passo con i tempi. Il pensiero corre al più grande polo commerciale veneziano, ma quello sorge a Marcon, mica a un km dal centro di Mestre! E poi, se proprio bisogna farli questi centri commerciali, perché non decentrarli a vantaggio della provincia? Così davvero uccidiamo i piccoli, già penalizzati dall’impossibilità di essere raggiunti da chi in auto non trova parcheggio e non può fare chilometri a piedi portandosi appresso pesanti sporte. In questo mi trovo perfettamente in sintonia con il presidente di Ascom Fernando Zilio che si mette dalla parte di chi, non solo nel centro storico ma anche nelle periferie, fa fatica a reggere alla concorrenza dei grandi. E’ il commercio diffuso a segnare il passo, ed è pericoloso per il tessuto sociale di Padova: tanto più in un momento difficile per tutti come questo. A proposito della crisi mi chiedo ancora: stiamo facendo una cosa giusta a creare un nuovo gigante? Una nuova area commerciale sta per sorgere tra l’altro anche a Pontevigodarzere. La popolazione urbana non è in aumento, la cementificazione sì. Qualcuno sta considerando seriamente cosa vogliamo fare della nostra città? Non vorrei che Padova fosse preda della smania del mattone a tutti i costi, perché per qualcuno è un business ed è facile investire nell’immobiliare, ma poi quegli spazi vanno anche riempiti e non mi pare una manovra così ovvia in questa fase di recessione. Guardo alla porta est di Padova, che fa tanto zona commerciale, e penso al progetto di riqualificazione veronese dell’architetto Bruno Gabrielli (ordinario di Urbanistica all’Università di Genova), approvato dal Comune nel 2006, che prevede lungo l’asse casello autostradale- Fiera- Porta Nuova, la trasformazione di 1.900.000 metri quadri per dare a Verona una delle più ampie riqualificazioni urbanistiche realizzate in Europa nei tempi moderni: con la creazione di entrata monumentale, grandi parchi, galleria per bus e tram, una “city” fatta di banche e assicurazioni, un’enorme area con parchi, alberghi e grattacieli avveniristici da realizzarsi nei prossimi 13 anni. Da noi qualcuno progetta in grande, non solo negozi in scatola?
Massimo Giorgetti
Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Padova