Botta e risposta su Facebook, intorno al tema del consiglio provinciale in stazione, che proprio in stazione poi non sarà visto che Fs ha fatto sapere di non avere una sala tanto grande a disposizione.
In attesa di capire dove il consiglio provinciale alla fine si terrà, i consiglieri provinciali Paolo Giacon e Matteo Corbo scrivono una lettera a cui risponde la presidente del consiglio provinciale Luisa Serato. Riportiamo entrambe le posizioni integralmente.
Egregio Presidente del Consiglio Provinciale,
abbiamo letto sulla stampa un affrettato annuncio riguardante la convocazione di un consiglio provinciale nei locali della Stazione di Padova sul tema della sicurezza. Un tema certamente rilevante, ma che non puo’, a nostro avviso, essere affrontatocon lo spirito demagogico del Presidente Degani e con atteggiamenti populistici che si prestano piu’ ad una campagna elettorale che ad una serio impegno istituzionale al servizio dei cittadini.
Il tema della sicurezza dei nostri concittadini – di quelli che abitano a Padova come di quanti abitano negli altri 103 Comuni del territorio, che evidentemente questa Amministrazione considera cittadini di serie B – non puo’ essere affidato ad iniziative ad uso e consumo della stampa ed a proclami che puntualmente scaricano sulle amministrazioni comunali le pesanti responsabilita’ di un Governo che non fa abbastanza per supportare le Forze dell’Ordine.
Le manifestiamo la nostra contrarieta’ alla convocazione del Consiglio in Stazione non solo per i motivi politici teste’ enunciati, ma anche per motivi logistici ed economici.
Solo chi non frequenta abitualmente la Stazione e le zone ad essa limitrofe puo’ immaginare che vi sia uno spazio idoneo ad un Consiglio Provinciale, la cui celebrazione richiedere adeguati spazi, il supporto del personale, dotazioni tecniche. Il Piazzale della Stazione dista appena 1.7 km da Palazzo Santo Stefano. Questo vuol dire 3 fermate di metrobus, quattro fermate di autobus, dieci minuti a piedi, tre minuti in macchina. E’ dunque necessario allestire una struttura esterna, spendendo denaro pubblico per l’illuminazione adeguata, i servizi igienici per oltre sessanta persone, l’affitto di sedie e tavoli, l’affitto delle apparecchiature per l’amplificazione e la registrazione? Quanti euro intende utilizzare questa amministrazione per spostare l’intero consiglio ad appena 1.7 km di distanza? Non potremmo dunque affrontare gli argomenti rilevanti connessi al tema della sicurezza a Palazzo Santo Stefano eliminando qualsivoglia spesa logistica aggiuntiva? Non sarebbe forse un atteggiamento ben piu’ responsabile e soprattutto pratico? I cittadini padovani non vogliono piu’ sborsare quattrini per la propaganda e la demagogia della classe politica.
Utilizziamo dunque la tradizionale sede del nostro Consiglio per affrontare il tema della sicurezza. Anche perche’ Palazzo Santo Stefano e’ la casa di tutti i Comuni della Provincia. Troppo spesso la Presidente Degani parla della sicurezza in citta’, dimenticandosi dei fatti di cronaca e di delinquenza che capitano – purtroppo – negli altri comuni della Provincia. Noi vogliamo occuparci anche degli altri 103 Comuni del nostro territorio. Non siamo stati eletti per assicurare la candidatura a sindaco di qualche esponente istituzionale ma per servire un’intera comunita’ provinciale composta da quasi un milione di cittadini.
Ringraziando dell’attenzione e certi che vorra’ tenere in considerazione il nostro suggerimento, porgiamo
Distinti saluti
Paolo Giacon
Matteo Corbo
(consiglieri provinciali)
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La presidente del Consiglio provinciale risponde su Facebook:
Caro Giacon, confesso che la Sua lettera (aperta) non mi sorprende affatto e, anzi, costituisce per me una ghiotta occasione per far rilevare, ancora una volta, l’inefficace e livida pretestuosità delle argomentazioni da Lei svolte per tentare di affossare sul nascere le sane pulsioni che muovono la, prevalente, linea politica del Consiglio Provinciale di Padova che presiedo con orgoglio. Troppo spesso, ormai, si imputa alla classe politica, presente e passata, una sostanziale incapacità di comprendere a fondo la società, e le richieste che ne vengono, per l’inveterata abitudine di frequentare troppo i palazzi e poco le piazze. E’ un rilievo che, contrariamente a Lei, condivido appieno e senza quella demagogia che, leggendo il Suo scritto, è invece impossibile non cogliere. La presenza (in uno spazio aperto ma ormai espropriato dalla criminalità) di un Consiglio Provinciale, istituzione in cui siedono e si confrontano alla ricerca di soluzioni i rappresentanti eletti dal popolo, costituisce la testimonianza autentica di un’azione efficace. Consapevolezza dei problemi, presenza, sostegno, ascolto, trasparenza e, perchè no, anche lealtà nei confronti di chi (e sono molti cittadini dell’INTERA provincia di Padova) si confronta quotidianamente, ed ingiustamente, con la paura di essere assalito, derubato o molestato. Se Lei non ritiene che, anche, questo sia servizio ai cittadini La invito a riflettere attentamente sul ruolo istituzionale da Lei ricoperto che, per certo, non può limitarsi a qualche dichiarazione offerta in pasto, con gran clamore, alla stampa…. Per quanto riguarda quest’ultima, anche quella più critica o faziosa, ben venga se, suo tramite, si mettono in luce le magagne, si stanano le canaglie, si squarciano veli opachi di disinteressato torpore. Il resto delle decisioni è demandato all’organo a ciò deputato, la conferenza dei capigruppo di cui, se non erro, nè Lei nè il compagno Corbo, fate parte. Buona serata consiglieri… magari fate una passeggiata in stazione: chissà che non vi ispiri pensieri più soavi