Che razza di pasticcio, ma quale morte d’Egitto, verrebbe da scrivere. Ma soprattutto, che sfiga. La giornata per le redazioni di quotidiani ed emittenti locali di Padova è stata frenetica. Tutto inizia con la lettura dei giornali. Di spalla sul Mattino spicca quello che in gergo viene chiamato un “buco”: una notizia che ha solo un giornale. Ed è di quelle forti. La notizia viene ripresa sotto mezzogiorno dall’Ansa.
“Un 18enne padovano, Andrea Roverato, in vacanza a Sharm el Sheikh, è morto in un incidente stradale mentre era in vacanza con i genitori, la sorella – rimasta ferita – ed un fratellino più piccolo. Secondo quanto riferisce Il Mattino di Padova, il giovane, con la sorella, era a bordo di un’auto di ritorno da una gita seguito da una seconda vettura su cui viaggiavano i genitori. Per cause ancora da chiarire, l’auto dei due ragazzi sarebbe finita fuori strada andando a schiantarsi contro un palo. Il giovane sarebbe morto per le ferite riportate nell’impatto”.
Vane le ricerche della famiglia, evidentemente all’estero, i primi dubbi iniziano a venire verso le 14 quando fatti i controlli del caso, salta fuori che la madre e soprattutto il padre non avrebbero mai avuto figli con quel nome. A quel punto la testa al toro la taglia la Farnesina che fa sapere che nessun italiano è rimasto ferito o è morto dalle parti di Sharm in 17 agosto o nei giorni successivi. Insomma Andrea Roverato non è morto, quello con una sorellastra romena che deve recuperare gli esami al Fusinato, non è molto probabilmente non è mai esistito. Quello vero, il 19enne Andrea Roverato, 20 anni a novembre, si iscriverà all’università dello Iuav di Venezia, facoltà di architettura dopo essersi diplomato al liceo scientifico Curiel. Si è “letto” sul giornale, in un articolo che raccontava la morte di un suo coetaneo con il suo stesso nome e cognome in Egitto a Sharm El sheik. Non vuole parlare della vicenda, opponendo un garbato no comment a chi gli chiede come ci si senta ad essere dati per morti in vacanza.
Su facebook scrive “ci tenevo ad avvisare tutti personalmente che sono vivo, se qualcuno ha letto il Mattino si tratta di un omonimo e coetaneo, è tutto il giorno che mi tengo la mano sui coglioni”.
Finirà insomma probabilmente con un interessamento anche dei carabinieri di Padova l’intricata vicenda della presunta morte di un diciottenne in Egitto, rilanciata dal Mattino di Padova, che sarebbe servito come alibi ad una ragazzina di origini romene per dribblare gli esami di riparazione all’istituto superiore Fusinato di Padova. A ricostruire la telefonata la preside dell’istituto frequentato dalla minorenne, irreperibile, che oggi avrebbe dovuto sostenere la prima delle tre prove in altrettante materie in cui ha accumulato dei debiti formativi. “Ho ricevuto una telefonata alle 9.50 dell’altra mattina – spiega Antonella Visentin, preside della scuola superiore – una voce di donna, passata dal centralino, mi ha raccontato dell’incidente che sarebbe occorso ad una nostra studentessa. La donna al telefono raccontava del decesso di un fratello della ragazza, e di un ferimento della stessa. Un particolare un po’ strano nella telefonata c’era: sembrava più preoccupata della vicenda degli esami della figlia che di altro. Io ho risposto che bastava un certificato medico per spostare gli esami e mi è stato risposto che non c’erano problemi per il certificato, ma oggi non è arrivato nessuno a scuola. A me non risulta di un altro fratello, la ragazzina doveva recuperare tre materie e gli esami iniziavano oggi”. La preside ha aggiunto che lunedì acquisirà i tabulati dell’istituto superiore e si riserva di inviare una relazione ai carabinieri su quanto accaduto, ravvisandosi reati come quello di sostituzione di persona e falso ideologico.