Solo due mesi di lavoro, ma sufficienti perché il progetto dell’Ascom e della Confcommercio Nazionale per rivitalizzare una parte del centro storico di Padova, prendesse corpo.
Il “laboratorio di progettazione partecipata” diretto dall’architetto Angelo Patrizio, responsabile nazionale del Settore Urbanistica e Progettazione Urbana della Confcommercio e dallo stesso presentato a Palazzo Moroni per l’appunto solo due mesi fa con l’assessore Marta Dalla Vecchia, il presidente dell’Ascom, Fernando Zilio ed il suo vice Patrizio Bertin, ha prodotto infatti una serie notevole di dati e, ciò che più interessa, ha già individuato alcune criticità.
“I dati raccolti – annuncia l’architetto Patrizio – verranno messi a disposizione della città a fine settembre. Mi piace però anticipare alcune considerazioni molto serie sviluppate dal mio gruppo di co-progettazione”.
L’area dell’intervento, come forse si ricorderà, è quella che si attesta sul percorso che parte da via Porciglia e scorre attraverso piazza e via degli Eremitani, via degli Zabarella, via e piazza del Santo, via Belludi, sino a Prato della Valle.
Il nocciolo duro è rappresentato dalla novità di “progettare assieme”: architetti, commercianti, artigiani e residenti. E’ questa la sfida che l’Ascom, forte dell’appoggio della Commissione Consiliare per le Politiche per le Aree Urbane di Confcommercio, sta affrontando per dare risposte concrete alla riqualificazione urbana e alla rivitalizzazione economica e culturale delle vie citate.
Ma veniamo alle considerazioni dell’architetto Patrizio.
In merito alla qualità urbana il gruppo di lavoro segnala una problematica situazione dell’illuminazione pubblica e la discontinuità della pavimentazione e viene proposto di riflettere sulla creazione di un boulevard pedonale riconoscibile, identificabile e unitario.
In merito alla qualità del sistema commerciale viene segnalato il problema della raccolta rifiuti prodotti dal sistema commerciale, che stazionano a lungo su strada. L’accessibilità e la sosta fanno emergere la presenza di una segnaletica di orientamento inadeguata e monolingue che rende l’accesso, l’orientamento e la viabilità complesse. L’azione proposta riguarda la totale pedonalizzazione del percorso Porciglia – Belludi potenziando e razionalizzando la dotazione della sosta anche nelle vie limitrofe.
Per quanto attiene attrattività e mix merceologico viene segnalata la mancanza di attrattori commerciali forti a servizio della zona e si avanza una riflessione sulla possibilità di esporre le merci anche sotto i portici, travalicando gli spazi, a volte angusti, del singolo punto di vendita. Le riflessioni sulle attività di animazione e promozione fanno invece emergere la necessità di costruire programmi di intervento e la definizione di una strategia unitaria sia in relazione alla promozione del turismo e della cultura, sia in relazione a quelle che interessano le relazioni di vicinato”.
“L’intervento si è reso necessario – precisa il presidente dell’Ascom, Fernando Zilio – a causa del lento ma progressivo cambiamento che sta interessando la struttura urbanistica, commerciale e sociale padovana in quella parte di città. Un cambiamento che produce desertificazione commerciale che ci preoccupa anche per le ricadute di desertificazione urbana e sociale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il vicepresidente dell’Ascom, Patrizio Bertin , punto di riferimento del gruppo di co-progettazione.
“Il gruppo – dice Bertin – si è confrontato sull’importanza che il processo di trasformazione e valorizzazione dell’area in cui vive e lavora passi attraverso la lettura delle informazioni depositate in chi sperimenta e vive quotidianamente i temi e i problemi. A noi piace molto che il processo e lo sviluppo della progettazione nasca dal basso, ovvero dall’input di coloro che vi lavorano e abitano e che hanno visto la parte di città trasformata e indebolita delle sue identità”.
L’obiettivo principale del progetto è quello di alimentare un circolo virtuoso fra attrattività del contesto urbano e attrattività del tessuto commerciale, artigianale, dei servizi e culturale: se è vero che il tessuto commerciale entra in sofferenza nel momento in cui il contesto urbano non è gradevole e accogliente, è altrettanto vero che non c’è forza nel rendere gradevole un percorso poco frequentato, a causa di un tessuto commerciale o artigianale o culturale scarsamente attrattivo”.
“I temi principali sui quali abbiamo lavorato – aggiunge l’architetto Patrizio – sono stati: la qualità architettonica e ambientale del contesto urbano; l’accessibilità e la sosta; la qualità architettonica del sistema dei negozi; l’attrattività e il mix merceologico del sistema del commercio, dell’artigianato e dei servizi; le attività di animazione culturale; le attività di promozione”.
Due i fronti interessati. Il primo coinvolge operatori e cittadini. Il secondo, invece, viene sviluppato dagli architetti. L’obiettivo è quello di far confluire le due visioni in un grande confronto che si farà a settembre e permetterà di porre le basi di un progetto che si vuole completare entro la fine dell’anno e dovrà caratterizzarsi per essere frutto di visioni condivise.