Il Consorzio regionale di garanzia di Confartigianato è nel registro degli intermediari finanziari

 

La conferma è arrivata dalla Banca d’Italia lo scorso 27 dicembre: il Consorzio Regionale di Garanzia, emanazione della Confartigianato del Veneto, è stato iscritto nell’elenco speciale degli intermediari finanziari. In sostanza: il Consorzio, dall’inizio dell’anno, può operare in quello che, in gergo, viene definito il “regime 107” che per mesi è stato l’argomento che ha visto Upa e Artigianfidi sui lati opposti della barricata, anche perchè è stato più volte tirato in ballo per giustificare il “matrimonio” tra la stessa Upa ed il confidi della Cna.
Ma adesso che il Consorzio Regionale di Garanzia per l’Artigianato, del quale fa parte anche Artigianfidi Padova, ha ottenuto l’iscrizione (il che significa che tutti i consorzi aderenti passano in regime di 107 baricentrico), cade l’argomento principale sul quale l’Upa ha fondato buona parte del proprio ostracismo nei confronti del confidi presieduto da Simone Tonin e diretto da Fabio Di Stasio.
“Era evidente a suo tempo e lo è ancor di più oggi alla luce di questa novità – sottolinea Tonin – che la scelta dell’Upa non era tecnica ma squisitamente politica. Per mesi abbiamo sostenuto che andava rafforzato il sistema Confartigianato che ci vede leader in Veneto con quasi 1.500 milioni di finanziamenti garantiti che corrispondono al 73% di tutte le garanzie prestate alle imprese artigiane della regione e che ci colloca a ridosso, in Italia, di Lombardia ed Emilia Romagna!”
Questo però non significa che, per le imprese, si prospetti un 2012 in discesa.
“Le difficoltà – aggiunge il direttore Di Stasio – ci sono e, per certi aspetti, aumentano ogni giorno che passa vista la sostanziale carenza di liquidità delle banche. In ogni caso l’iscrizione del Consorzio al registro dei “107” ci consentirà da un lato di operare sia come confidi 106 che come 107, ma dall’altro eliminerà ogni possibile discriminazione nei nostri confronti anche a livello di contributi pubblici”.
E a proposito di “pubblico”, Tonin avanza una proposta.
“E’ evidente – aggiunge il presidente di Artigianfidi Padova – che i confidi, proprio per la loro attività capillare sul territorio, non possono essere lasciati soli. Lo Stato e la Regione devono farsi carico delle difficoltà delle imprese facendo pressioni sul mondo bancario affinchè rispetti gli accordi in essere e apra i cordoni della borsa”.
“Perchè – conclude Di Stasio – la situazione economica attuale richiede forti iniezioni di liquidità. In caso contrario molte imprese rischiano seriamente di chiudere!”