Salvatore Riina ha pagato le sue colpe, ed ora paga le colpe del padre, “il capo dei capi” come è stato romanzatamente definito. E paga soprattutto il facile al lupo al lupo di tanti politici con la coscienza sporca. Perchè gli stessi leghisti che oggi si stracciano le vesti per l’arrivo di Riina junior a Padova sono gli stessi che hanno votato no all’arresto di colleghi in parlamento accusati di reati quali associazione di stampo mafioso, corruzione, e altri reatucci del genere. A quelli del Pdl che si scatenano bisognerebbe ricordare i sette anni al fondatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, i precedenti penali dello stalliere Mangano che portava i figli di Silvio Berlusconi a scuola. A quelli del Pd le acrobazie bancarie di Lusi e magari anche certe altre porcherie degli amministratori in Puglia sotto la bandiera di Nichi Vendola. Insomma, non c’è nessuno senza peccato che possa lapidare questo sventurato, che ha pagato con anni di galera le sue colpe, e che ora ha il diritto Costituzionale di avere una seconda possibilità. Mi raccontavano gli operatori del carcere che lo hanno conosciuto, che Salvuccio Riina è una persona fragile, schiacciato dalla ingombrante eredità immorale del padre. E se davverò è così bisognerebbe avere un po’ di pietà, specialmente se si appartiene a partiti che, almeno di facciata, si ispirano ai valori cattolici.
Alberto Gottardo