Ciao Omar, buon lavoro a Udine e buona fortuna a Padova

 

Va detto, in pochi tra i politici e gli imprenditori che conosco mi sono parsi tristi alla notizia della fine dell’era Monestier al Mattino di Padova. Ha saputo farsi temere, esercitare un potere vero in città. Da un punto di vista editoriale è un vincente: era stato guardato con sufficienza dall’establishment padovano quando affiancò da condirettore Barbieri negli ultimi anni faticosi e gli è succeduto. Non era facile, ma è stato all’altezza del suo predecessore sul piano della tenuta del giornale, che, da osservatore esterno, reputo abbia condotto con molta frusta. Un po’ alla Mourinho per capirci. Ora se ne va, e per il principale giornale della città si apre un momento di riflessione, quasi di spaesamento immagino. Lo stesso che si sta per aprire a livello poltico per altro, quando si dovrà decidere la successione al sindaco Flavio Zanonato. Due destini parallei i loro: due brutti caratteri, capaci però di tenere la barra dritta. E non è poco. Anche quando Flavio Zanonato non sarà più sindaco credo che in pochi si sentiranno tristi: ha dato tutto quello che doveva dare. Del suo carattere burbero ha dato un assaggio anche questa sera in consiglio comunale. Come nel caso di Monestier, la vera scommessa che aspetta chi gli succederà sarà quella di non farlo rimpiangere.

Alberto Gottardo