Mare chiuso: il documentario di Andrea Segre che alza il velo dell’ipocrisia sui respingimenti

 

Mare chiuso è un pugno nello stomaco già solo a guardare il trailer. E’ un documentario su quali sono le conseguenze del “fur dei ball”, come diceva Bossi, fuori dalle balle. Racconta la storia di una piccolissima parte degli extracomunitari respinti in Libia durante il regime di Gheddafi in cambio di miliardi di euro di finanziamenti al regime corrotto del dittatore libico. Cuore del documentario un video che testimonia la traversata del Mediterraneo, l’abbordaggio da parte della nave della marina militare italiana e alla fine il ritorno in Libia. Clicca per vedere il trailer E’ anche la storia di Semere Kahsay (come racconta oggi Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera), uno dei giovani che stava su uno di quei barconi, il filo conduttore del film. Eritreo, cristiano, in fuga dalla guerra, con tutte le carte in regola per godere del diritto d’asilo, nell’aprile 2009 riuscì a caricare la moglie incinta, un paio di settimane prima del parto, su un barcone per Lampedusa. Poi, messi insieme ancora un po’ di soldi lavorando in Libia, si imbarcò per raggiungere la moglie e la figlioletta nata in Italia. Un viaggio infernale. Finito con il tirono in Libia e due anni e mezzo lontano da sua moglie e dalla figlia mai conosciuta. La prima proiezione a Padova sarà veneredì al Porto Astra dove il documentario di 60 minuti rimarrà in programmazione.

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