La prima volta che sono andato a votare, nel 1994, ho votato Lega Nord. Mi ricordo benissimo che ci credevo: un movimento che protestava contro gli sprechi di Roma ladrona (il termine casta venne sdoganato anni dopo da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo). Avevo creduto nel movimento che proponeva il federalismo, un sano ricambio della classe politica che aveva fatto il suo tempo. Poi la Lega non ha mantenuto nessuna delle promesse e si è involuta in un movimento solo di pancia, che ha sventolato davanti al naso dei veneti e dei lombardi le paure dell’invasione albanese prima, quella tunisina poi, alzando fino all’inconcepibile i toni su tv e giornali ma senza fare nulla di concreto. Basti pensare che nel Veneto non c’è un Cpt, che metà dei tunisini che spacciano nelle nostre piazza hanno un permesso umanitario accordatogli dall’allora ministro dell’Interno Maroni, e che ora scopriamo che i soldi della Lega erano i soldi di Bossi, moglie e figli. Bossi fa quasi tenerezza: debilitato dall’ictus avuto in circostanze su cui molti maligni hanno costruito leggende boccacciane, portato in giro come un automa, quando gli mettono davanti un microfono a volte gorgoglia in maniera incomprensibile. I figli cresciuti alla sua ombra rischiano di essere massacrati nella lotta fratricida per cui dietro le strette di mano ed i sorrisi si stanno già preparando coltelli affilatissimi. Che tristezza per chi ci ha creduto: provo amarezza io che per la Lega ho votato solo una volta, figurarsi chi ci ha speso tempo e denaro di tasca propria con passione.
Peccato, ci avevo creduto, ero giovane e stupido. Avevo 18 anni. Poi ho votato per Forza Italia e non andò meglio. Il Pd l’ultima volta aveva come candidato Massimo Calearo, l’imprenditore milionario in euro che rimane in parlamento, per sua stessa ammissione, perchè con i 12mila euro al mese ci paga il mutuo della sua grande casa. A pensare che tra un anno si vota di nuovo per le politiche mi viene la nausea. Per chi posso pensare di votare? In 18 anni da elettore le ho provate praticamente tutte le sigle. Ogni volta, a livello parlamentare e di governo sono stato deluso. Spero che la prossima volta vada meglio, ma viene proprio voglia di andare al mare, come diceva Craxi. Uno che gli italiani rischiano di rimpiangere. Almeno lui, in un discorso passato alla storia del parlamento, ha avuto il coraggio di dire che certi vizietti ce li avevano tutti. A quanto pare, leghisti compresi
Alberto Gottardo