Giuseppe Salvatore Riina, il figlio del capo dei capi della mafia è atteso questa mattina a Padova. “Salvuccio” come lo chiamavano quelli del clan, prenderà servizio nell’associazione “Famiglie contro l’emarginazione e la droga” di Tina Ceccarelli, una donna coraggiosa che ha deciso di dare una seconda possibilità a questo uomo di 34 anno, che ha passato gli ultimi mesi nel carcere di Padova dove era stato trasferito da quello di Opera. In tutto dietro le sbarre Riina ha passato quasi nove anni della sua vita. Adesso proverà a costruirsi un futuro: lavorerà per l’associazione padovana, studierà economia, dicono alcuni. La Costituzione stabilisce che ci sia la possibilità di recuperare i carcerati. Alcune forze politiche non sono di questo avviso, con uno come Riina jr, che assomiglia tanto al “Trota” della mafia, capro espiatorio, come se fosse lui il simbolo delle infiltrazioni della mafia al nord. L’unica colpa che ha, pagato il debito con la giustizia, è quello di portare un cognome tanto pesante e di essere tanto comodo per fotografi e telecamere.
Alberto Gottardo