Terremoto: capannoni a rischio? Occorre prevenzione secondo l’ordine degli ingegneri di Padova

 

«Non è possibile cercare di minimizzare, come mi è capitato di leggere sui giornali locali in questi giorni. Il mondo della politica, quello dell’impresa e la società civile devono prendere coscienza del fatto che un’emergenza c’è e si chiama messa in sicurezza». È la sottolineatura di Giorgio Simioni, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Padova, commentando le parole di alcuni politici locali che avrebbero tentato di minimizzare il rischio sismico in Veneto, parlando di «eventi straordinari».

«Qui di straordinaria c’è solo la leggerezza di chi ritiene che quanto è successo in Emilia Romagna non possa ripetersi un giorno nei nostri territori», continua Simoni. Che specifica: «Dobbiamo affrontare con lungimiranza il tema della prevenzione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio della nostra regione, con particolare riguardo alle province (Padova tra queste) che prima del 2003, come le province dell’Emilia colpite dal recente terremoto, risultavano classificate zone non a rischio sismico».
Per questo, gli ingegneri padovani, che si stanno già muovendo per fornire squadre di volontari per le prime verifiche di sicurezza e perizie di idoneità statica per gli edifici danneggiati, alzano la voce per chiedere che vengano attivate attività di prevenzione su tutti i livelli, con una particolare attenzione ai capannoni.

«La tragedia emiliana è un monito – conclude Simioni – che deve obbligarci a non far finta di niente. Va avviato subito un controllo sui capannoni, che sono le strutture più a rischio. Lo dobbiamo a chi è morto sotto quelle macerie. Lo dobbiamo a tutti i lavoratori veneti. Lo dobbiamo a noi tutti».