Questa mattina ho avuto ospiti in radio Alessio Marcelli e Andrea Giordano. Organizzatori di un torneo di calcetto che nel mio cuore per un po’ avrà lo stesso spazio delle imprese della nazionale o delle partite mitiche del calcio Padova, anche se non ne ho visto nemmeno una partita. Perchè questi due ragazzi hanno fatto nel loro piccolo un miracolo. Invece di andare a sfondarsi di spritz in piazza hanno passato parecchie serate a organizzare il terzo trofeo memorial Marco Lovison. Marco da tre anni non c’è più: il 22 maggio del 2009 è morto in un incidente in moto. Alessio ci giocava a calcio assieme, Andrea lo conosceva bene, erano tutti e tre dello stesso quartiere, Chiesanuova. E proprio a Chiesanuova sul campetto in sintetico da calcetto domani sera si disputeranno le due finali del torneo. Vincerà secondo i bookmakers la Victor, squadra che prende il nome da Victor Rodriguez, allenatore e fuoriclasse del Petrarca calcio a 5. anche se dovrà vedersela con i Red Devils che contano nel quintetto tipo nomi come quelli di Rubinato e Mazzuccato. Un torneo mica male quello messo su da Alessio e Andrea, visto che nelle varie squadre si sono visti giocare Federico e Simone Gabrieli , Alessio Marcelli , Hisham Layousse , Christian De Santis, Luca Lion ed Enrico Maria Malachin tutti calciatori che militano nei campionati regionali del Veneto dall’Eccellenza alla Prima Categoria ed altri che militano in campionati minori.
Alla fine il goal da cineteca lo hanno fatto loro due, perchè il torneo ha un fine benefico e porterà nelle casse del gruppo “Occhidolci” che da anni finanzia CBM Italia onlus (clicca per saperne di più) nella lotta alla cecità in Arica. Le quote raccolte tra i ragazzi che si sono sfidati a calcetto, quasi mille euro, sono state versate a favore della “Operazione occhi dolci – un impegno concreto ricordando Marco”, che sostiene due progetti di CBM Italia Onlus in Etiopia: l’ampliamento del reparto oculistico dell’ospedale St. Luke, a Wolisso, e la costruzione di un asilo per bambini disabili e normodotati intitolato a Sant’Antonio da Padova, a Nazret.
E non credo che questa sia una cosa da poco
Alberto Gottardo