Quattro nomadi indiziati per furto ed arrestati dalla squadra volanti della questura di Padova ieri pomeriggio sono stati scarcerati questa mattina dal giudice per la convalida dell’arresto, ma ora rischiano lo sfratto dal campo nomadi. Lo prevede il regolamento comunale sottoscritto dalle famiglie residenti da una trentina d’anni in via Longhin, al limite tra la città e la zona industriale di Padova e il Comune che recentemente per la dozzina di famiglie che risiedono nel campo ha realizzato altrettante casette per rendere più confortevole la vita di questo nucleo di una sessantina di cittadini padovani a tutti gli effetti. Al Comune la questura di Padova ha segnalato la “violazione” del patto da parte di quattro giovani, arcinoti in città per furti e rapine, che sono stati arrestati dalla polizia perchè indiziati di aver rubato uno zaino e un marsupio da un furgone di due operai addetti ad opere di giardinaggio e di aver prelevato con il bancomat contenuto nel marsupio 500 euro. Ora sarà l’amministrazione comunale a dover decidere la sorte dei 4 nomadi di cui il giudice ha convalidato l’arresto stanti i pesanti indizi di colpevolezza per tutti e quattro.
“Mi auguro che i quattro nomadi arrestati e purtroppo scarcerati dal giudice padovano vengano presto sfrattati dalle casette costruite con i soldi delle tasse dei padovani”. A dirlo il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale a Padova Mario Venuleo, commentando la notizia dell’arresto e dell’immediata scarcerazione nelle ultime 24 ore di quattro nomadi residenti in via Longhin, dove al posto del campo Nomadi recentemente il Comune di Padova ha realizzato delle casette in muratura dove vivono una dozzina di famiglie. “Il regolamento comunale – spiega Venuleo – parla chiaro: chi delinque può essere allontanato, ed è quello che mi aspetto per questi quattro cittadini padovani che credo non meritino di continuare a vivere in una struttura che rimane pubblica dal momento che finiscono a cadenza regolare sui verbali di polizia e carabinieri, per furti e rapine. Mi chiedo con che coraggio si chiedano sacrifici ai padovani come il pagamento dell’Imu in aliquota massima sulla seconda casa, quando poi si costruisce, gratis per i delinquenti, un complesso come quello di via Longhin. L’integrazione dei nomadi nel tessuto sano della nostra società è un dovere, ma solo a patto che a fianco dei nuovi diritti, come quello alla casa, che si mette loro a disposizione ci sia anche il dovere da parte di queste persone di cambiare stile di vita e rigare dritto. Altrimenti, per favore, fuori da quel campo”.
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