Le quasi 380mila famiglie della provincia di Padova non avranno certamente di che gioire per la manovra del taglio delle aliquote IRPEF per il 2013, anzi avranno una ulteriore mazzata di più di 30 milioni di euro dovuti all’incremento di un punto percentuale dell’aliquota IVA ( dal 10 all’11% e dal 21 al 22%) dal giugno 2013.
A fare i conti è stato l’osservatorio economico della Confesercenti di Padova che, dati alla mano, ha applicato il risparmio massimo che i quasi 530 mila contribuenti padovani possono ottenere grazie alla riduzione di un punto percentuale delle aliquote IRPEF più basse ( dal 23 al 22% per i redditi fino a 15.000 euro, dal 27 al 26% per i scaglioni di reddito da 15 a 28mila euro).
Il calcolo, sottolinea il Presidente Rossi, per quanto riguarda le imposte che risparmieranno i Padovani è fatto al massimo delle possibilità in quanto per molti contribuenti il risparmio di imposte dovuto alle aliquote sarà vanificato dal tetto massimo delle detrazioni.
Complessivamente il massimo che i contribuenti Padovani potranno risparmiare è di quasi 110 milioni di euro per il 2013. Ma, questo risparmio, denuncia Rossi, sarà abbondantemente coperto dall’incremento dell’IVA sulla quasi totalità dei prodotti (anche molti prodotti alimentari) che costerà alle famiglie padovane oltre 140milioni di euro.
Un altro salasso, continua Rossi, che si aggiunge alla situazione ‘ drammatica’ delle possibilità di spesa delle famiglie e conseguentemente alle possibilità di una ripresa dei consumi interni.
Con l’aumento dell’aliquota IVA, continua Rossi, vengono colpiti tutti i settori merceologici e dei servizi, molti prodotti alimentari, l’abbigliamento, gli articoli per la casa, quasi tutti i servizi resi dai privati, un totale dei consumi che nella nostra provincia ammonta a quasi il 90% della spesa totale delle famiglie.
Uno scambio inadeguato, conclude amaramente il Presidente Rossi, con conseguenze ancora più negative sulla già preoccupante situazione dei consumi. Una ulteriore mazzata per il mondo del commercio, della ristorazione e dei servizi. Una perdita ulteriore anche per quegli strati sociali più poveri che ora sono esenti dall’IRPEF , che non ci guadagnano nulla dalla riduzione delle aliquote e che pagheranno per intero l’aumento dell’IVA, per non parlare dell’estensione dell’IRPEF sulle pensioni di guerra e di invalidità.
Insomma una manovra al contrario di Robin Hood , togliamo ai poveri per salvare i ricchi. Sono oltre 520mila i contribuenti padovani di questi 31 mila non pagano l’irpef avendo un reddito inferiore agli 8.000 euro ed altri 127.000 hanno un reddito da 8 a 15 mila mentre ben 234mila hanno un reddito fino a 28.000 euro. Il risparmio complessivo sarà di quasi 110milioni di euro applicando il massimo delle possibilità di detrazione e senza considerare il limite imposto per le detrazioni stesse. Nel comune di Padova i contribuenti potranno risparmiare al massimo 21 milioni di euro. L’incremento delle aliquote IVA sui consumi delle famiglie padovane per prodotti e servizi che scontano le aliquote del 10% (passerà all’11%) e del 21% (passerà al 22%) ci permette di definire l’aggravio fiscale pagato dai consumatori delle nostra provincia.