A Padova ci sarebbe anche bisogno di novità, in un centrosinistra egemonizzato dalla figura forte al limite dell’ingombrante di Flavio Zanonato, padrone più che padre di un Pd che da 20 anni lo vede leader indiscusso. Eppure la vittoria nettissima di Bersani su Renzi in una città relativamente giovane e quindi portata anche a farsi affabulare dai rottamatori è anche la vittoria di Flavio Zanonato, ancora una volta capace di tenere sotto controllo tutti i suoi, anche quelli che in privato ne parlano malissimo, ma alla fine non hanno mai il coraggio di voltarsi contro il capo dell’amministrazione comunale. I giovani hanno obbedito tutti compatti ed allineati. Pochissime ed irrilevanti le defezioni. Al suo fianco ci sono da una parte gli ex giovani storici: Piero Ruzzante, eterno delfino, dall’altra Alessandro Naccarato, testa fina della strategia interna. Poi sì, c’è anche la componente eretica rispetto all’ex Pci con Paolo Giaretta destinato ormai a una tranquilla pensione dopo essersi salvato dal naufragio della Dc, Claudio Piron che da ex capo delle Acli incarna insieme a Claudio Sinigaglia l’ala teodem, che a Bersani ha strizzato l’occhio, ma alla fine si è sfilata lasciando il povero Paolo Giacon politicamente in braghe di tela: Giacon infatti è già in fase di rottamazione visto che tra un mese il consiglio provinciale sarà, quello sì, rottamato. E quindi alla fine a Padova nessuno rottamerà e nessuno sarà rottamato per il più semplice dei motivi. Il Pd, complice anche l’agio non indifferente di avere saldamente il governo della città, e quindi parecchie poltrone da distribuire, è una macchina che politicamente funziona. In città il numero dei votanti alle urne dimostra come ci sia una voglia di partecipare che porta a dire che il partito più volte dato per morto, ha saputo risorgere. Di fronte allo scioglimento in odore di malaffare dell’Idv, lo squagliarsi del Pdl e l’incapacità dell’andare oltre i personalismi del Casini di Carmignano Antonio De Poli, non è un risultato da poco. L’esito del ballottaccio domenica prossima appare scontato. Quello delle politiche tra quattro mesi (con il Natale di mezzo vuol dire dopodomani) chissà.
Alberto Gottardo