Sin dal nome scelto per il suo tour capisci che per Beppe Grillo sono meglio le macerie che la fatica di costruire. Tsunami infatti vuol dire devastazione, morte. E’ lo stesso concetto de L’onda che un paio di anni fa girava per le piazze italiane con lo slogan “noi la crisi non la paghiamo”. Bisogna spazzare via tutto. Fare tabula rasa.
E il collante tra i due movimenti non è probabilmente solo questo desiderio di palingenesi: amano, quelli della sinistra extraparlamentare come anche i Grillini, raccontare alla gente che i mali dell’Italia non sono degli italiani. E’ colpa dei politici. Assolutorio. Raccontare che il debito pubblico “non va pagato, siamo già falliti”. Senza dire quali sono le conseguenze (vedi Argentina). Che “sull’euro faremo un referendum”. Come se fosse auspicabile avere tassi di concambio da inizio anni ’90 (vi ricordate i mutui indicizzati al marco tedesco e all’Ecu con la lira fuori dallo Sme?). A differenza dei disobbedienti politicamente sempre più irrilevanti, Grillo raccoglie applausi a scena aperta quando racconta che “Equitalia va chiusa/ bisogna mettere il tetto alle pensioni/ la denuncia dei redditi deve farmela l’agenzia delle entrate/ occorre un protezionismo per la produzione italiana/ vaffanculo a tutti quanti/ tutti in galera”. Piazza delle Erbe negli anni vide una folla del genere con Giorgio Almirante e dall’altra parte di palazzo della Ragione, in piazza della Frutta vide accasciarsi Enrico Berlinguer. In entrambi i casi il precedente non mi sembra di buon auspicio. E non credo che Grillo abbia nemmeno un briciolo del carisma magnetico di Almirante nè la visione di Berlinguer.
La gente applaudiva in piazza delle Erbe, molti ridevano ieri sera, qualcuno, tanti a sentire gli organizzatori (parecchio arroganti ed offensivi con i giornalisti per altro), voteranno per il Movimento 5 stelle. Al momento è molto più chiaro ciò che c’è da distruggere rispetto a quello che c’è da costruire e come lo si costruisce quando, in un paio di mosse, un eventuale governo Grillo o chi per esso, avesse portato l’Italia fuori dall’Europa in un califfato del vaffanculo dove tutti quelli che non sono con te sono contro di te.
Sarà poco di moda, specie in rete, ma uno che insulta a prescindere e promette che i debiti si può anche fare a meno di pagarli, non mi piace. E Grillo non mi fa nemmeno ridere.
Alberto Gottardo