Equitalia “stop al pignoramento di stipendi e pensioni” e lo spacciano per un regalo in virtù della crisi, ma non è così, è un’azione illegale prima che immorale. Federcontribuenti Veneto “meglio tardi che mai, ma le norme correttive sono ancora troppo confuse aspettiamo gli sviluppi, per il momento è solo una debole iniziativa”. Passo uno: pignorare integralmente uno stipendio o una pensione è illegale e sembra che se ne sia accorto, finalmente, anche il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che ha sollevato la questione con un intervento presso la Commissione speciale della Camera qualche giorno fa, l’amministrazione fiscale non può pignorare più di un quinto dello stipendio o della pensione.
Il tutto è una gentile concessione al fisco voluta del decreto Salva Italia di Monti, che a ben guardare non ha dato un salvagente all’Italia, ma un sasso da attaccare al collo dei cittadini, che ha reso obbligatoria l’apertura di un conto corrente bancario o postale per l’accreditamento della pensione o dello stipendio se l’importo è superiore ai mille euro e queste somme, una volta che passano nel conto corrente, diventano “risparmi” in toto, e come tali passibili di esecuzione forzata, ossia Equitalia non ha più alcun limite nel prelevare. L’agenzia di riscossione si difende asserendo che non può conoscere a priori se ciò che viene depositato sul conto corrente sia o no fonte di risparmio o di entrate derivanti da rapporto lavorativo e previdenziale, ma assicura di adottare eventuali correttivi del caso “in presenza di una richiesta da parte del contribuente che comprovi che sul conto corrente confluisca solo la pensione, la stipendio o altra indennità”. Consolante!
Passo due: assodato che la norma prima descritta crea l’equivoco “adatto” per il pignoramento dell’intero stipendio, ora sempre Befera, ma nel ruolo questa volta di Presidente di Equitalia (come sia possibile che una medesima persona rivesta il doppio ruolo di direttore dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia ancora non si capisce) dice “Stop ai pignoramenti sui conti correnti in banca o alle poste dove vengono versati i soldi di stipendi e pensioni con decorrenza immediata per tutti i redditi sotto i 5 mila euro mensili” e questo finché non arriveranno i chiarimenti normativi, sollecitatati sempre da Befera, da parte del Parlamento.
“Ennesimo sciacallaggio di stato solo rimandato” afferma Federcontribuenti Veneto “l’atteggiamento vessatorio dello Stato sta raggiungendo limiti assurdi, sta calpestando la dignità delle persone. Fermo restando il dovere di pagare i debiti con l’erario, non si può pretendere che sia sempre il cittadino a dover dimostrare d’essere nel giusto, a doversi difendere dai soprusi di uno Stato che dovrebbe invece garantirgli la qualità della vita. Prima di prelevare l’importo totale di uno stipendio, è Equitalia che dovrebbe fare tutti gli accertamenti del caso e provvedere al prelievo forzoso solo del quinto dello stipendio, come stabilito per legge, e non far piombare nel terrore i cittadini di vedersi portar via la possibilità di vivere, prima e, poi forse, restituire ciò che è stato tolto illegalmente. Befera ha posto il problema di un vuoto normativo e poi l’ha risolto da solo in attesa della risoluzione del Paramento, e dovremmo anche ringraziarlo perché ha condonato, in virtù della crisi, ciò che era già tutelato dalla legge?”