Questa è una storia raccontata da un’amica di Torino, ma potrebbe essere successo e purtroppo succede a Padova e in qualsiasi città d’Italia ogni giorno. La riporto perchè è raccontata senza troppi aggettivi e con un filo di speranza:
Oggi sono andata a fare la spesa, tardo pomeriggio, poca gente nel negozio, un piccolo supermercato. Un signore anziano con poche cose nel cestino si mette in coda dietro di me, lo lascio passare visto che il suo conto sarà più veloce. La cassiera emette la sentenza rapidamente, 11,40 euro. Lui apre il suo borsellino e inizia a mettere insieme tutte le monete, ma arriva a 9,50 euro. E’ imbarazzato, impacciato, si scusa per aver sbagliato a fare il conto, pensava che il caffè fosse in promozione, aveva visto male. La cassiera chiede cosa mettere da parte e lui comincia a guardare e fa per togliere un pacco di caffè, non riesce a parlare e ho la sensazione che abbia le lacrime agli occhi… Forse è solo una mia sensazione, ma non riesco a osservare quella scena senza fare niente. Tiro fuori due euro, prego alla cassiera di prenderli e di chiudere il conto.
Lui mi guarda stupito, mi dice che non è il caso, io insisto…. gli spiego che se per me fosse impossibile non lo farei, ma è impossibile non farlo, quindi gli chiedo di accettarlo. Sorride, e io sono dispiaciuta per il suo imbarazzo. Perché lo capisco. Perché non credo sia colpa sua, se non ce la fa.
Aveva l’età di mio padre. A mio padre magari non succede, ma sarei felice se qualcuno l’aiutasse se mai dovesse succedere e io non fossi li.
Possiamo anche urlare e insultare i fautori di questa crisi, ma alla fine se vogliamo cambiare le cose dobbiamo praticare quotidianamente la solidarietà, senza aspettare che chi ha bisogno di aiuto ce lo chieda, perché spesso, per dignità e orgoglio, si stenta a chiedere aiuto. Ci si chiude in una spirale in caduta libera, e si resta soli.
E’ davvero triste. 🙁