Da Raffaele Zanon, presidente di Veneto innovazione ed esponente di primo piano di Fratelli d’Italia riceviamo e pubblichiamo:
L’arrivo di Flavio Zanonato, un veneto al Ministero dello Sviluppo economico, rappresenta una grande opportunità per l’intera regione, non solo per la sua conoscenza del territorio, ma perché ha sempre manifestato una sensibilità alla problematiche legate all’innovazione soprattutto in questo momento che, complice la difficile situazione congiunturale, comporta la riduzione delle spese e dei costi.
Infatti, in queste settimane il dibattito che anima il mondo economico, universitario e politico si sta concentrando intorno all’ipotesi di unificare i vari parchi scientifici e strutture di ricerca in un unico soggetto regionale veneto, con il duplice scopo di fare squadra per davvero e rispondere così alle esigenze delle imprese sulla ricerca sostenibile, in un momento in cui agire insieme sia politicamente che amministrativamente diventa una parola d’ordine.
L’idea dell’avvio di un processo, che porta all’integrazione dei parchi scientifici, deve superare l’intenzione manifestata dall’assessore regionale Marialuisa Coppola che mirava all’unificazione dei parchi scientifici di Venezia e Padova con l’azienda speciale della Camera di Commercio di Treviso.
Sono convinto che dobbiamo pensare di coinvolgere tutti i soggetti presenti nel nostro territorio in un’unica grande piattaforma che risponda alle reali esigenze del tessuto imprenditoriale e che estirpi quegli enti autoreferenziali nati per interessi particolari, privi di reale interazione con le aziende e destinati così al fallimento con uno sperpero di risorse pubbliche e lontani dalle strategie regionali.
In questo contesto è doveroso tenere a mente le specificità territoriali che erano protagoniste già nel progetto del Parco Scientifico Multipolare del Veneto lanciato fin dal 1994 che prevedeva un unico parco diffuso sul territorio veneto e caratterizzato da nodi, ossia i Parchi scientifici dove erano presenti le Università, e i punti, ovvero centri di eccellenza dislocati nelle provincie.
Veneto Innovazione, già nel progetto del 1994 e nella sua legge istitutiva n. 45 del 1988, è istituzionalmente identificato come il coordinatore di tutte le strutture che creano innovazione e ricerca nel Veneto, quindi anche di un possibile unico Parco Scientifico regionale.
Veneto Innovazione, grazie a questo ruolo istituzionale, ha le competenze e l’esperienza per poter coordinare tali strutture e centri, preservando e valorizzando le specificità territoriali: come, ad esempio, Verona per la logistica e l’agroalimentare, Belluno per l’occhialeria e la minuteria metallica, Padova per il design e le nanotecnologie, Rovigo per l’ambiente e l’energia, Treviso per l’industria sportiva e l’abbigliamento, Venezia per le tecnologie digitali, i beni culturali e la chimica.
In tempi di spending review e di tagli alla spesa è logica conseguenza che vengano messi in discussione i vari consigli di amministrazione – con i relativi gettoni di presenza – e le strutture dirigenziali che necessariamente verrebbero accorpati in un unico soggetto con un solo consiglio di amministrazione, un solo presidente ed un solo direttore. Chi ha il coraggio di dimettersi per primo e sacrificarsi per un progetto così ambizioso?