Federcontribuenti si appella a Flavio Zanonato: manodopera sia materia prima

 

Sono 880mila in Europa gli uomini e le donne maltrattati, schiavizzati o oggetto di vessazione. Il capitalismo, ogni anno, guadagna al netto, 20 trilioni di dollari. Quando si grida alle borse che crollano, ai miliardi di dollari bruciati, quasi fossero andati persi, è una mezza verità, anzi, è una falsità bella e buona. Il rapporto tra giorni di perdita e giorni di guadagno è di 1 a 30. Un giorno di perdita davanti a 30 di guadagno. Le multinazionali, che hanno in pugno tutti gli Stati del mondo, accumulano quotidianamente ricchezze da favola.

Il valore della manodopera.
Quanto vale un’ora di lavoro nei campi, in una fabbrica o in un cantiere.
Perchè questa ora di lavoro deve avere un diverso riconoscimento tra i diversi Stati.
Perchè la fatica di un nero deve valere meno della fatica di un bianco e perchè la fatica di un italiano diventa tanto gravosa da mettere in fuga fabbriche e grandi aziende. Le produzioni italiane non più sostenibili saranno delocalizzate in Paesi a miglior costo, anzi, in quei Paesi dove un’ora di lavoro vale poco quanto la vita dell’operaio stesso.
Le multinazionali, le lobbies di potere, gruppi che si nutrono avidamente della mancanza di una politica di tutela, colonizzatori delle terre più fertili ma più deboli, guadagnano ogni giorno oceani di soldi sulla pelle di uomini, donne e bambini.

Basti pensare che il 70% dei fondi europei vengono destinati all’agricoltura e noi abbiamo distese di terre dove la speculazione sugli uomini è arrivata ad un punto tale da renderci assassini. Dove vanno questi soldi? Non agli agricoltori, spesso obbligati ad una vita lavoratrice da latitante, vanno alle multinazionali. Tutto è legato a doppio filo: il guadagno dei gruppi di potere, una politica complice omertosa e la nostra crisi economica. Distrazione di denaro, interi capitali trasferiti dove rendono di più e più in fretta. Per quel che ci riguarda un nero vale quanto un bianco e quanto un giallo e che sia caucasico, asiatico, africano non fa alcuna differenza. Un minatore, un contadino e un operaio hanno diritto al riconoscimento per legge della propria ora di lavoro: per combattere lo schiavismo, la speculazione come l’impoverimento di uno Stato per arricchirne un altro.

Questioni che una società civile deve affrontare e chiediamo che Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, si faccia promotore in Parlamento Europeo per inserire nella borsa internazionale delle materie prime il valore della manodopera. Così non ci saranno più le differenze attuali del costo delle produzioni e chi non aderirà a questi listini dovrà essere estromesso dal mercato comune mondiale per concorrenza scorretta. E se necessario, imporre un costo minimo fisso per la manodopera, così da colpire quelle aziende, soprattutto grandi multinazionali, che nel nome di maggiori guadagni, utilizzano, per produrre, manodopera nei paesi dove diritti ed uguaglianza non sono riconosciuti, anche, in quei Paesi occidentali che li hanno dimenticati.