Non è vero che l’istituto padovano per i ciechi intitolato a Luigi Configliachi sia stato il primo fondato in Italia. E non è neppure vero che il suo fondatore fosse un austriacante, come ritenuto da molta influente storiografia.
Queste scoperte, e molte altre, si possono ricavare solo dal web: Ma se si vuole che la consultazione abbia la valenza scientifica di una ricerca, la rete dovrà essere consultata con criteri rigorosi, cioè definendone a priori i criteri di affidabilità.
Ed è alla definizione di questi criteri, e alla rete, che mi sono affidato per curare l’edizione critica di un importante manoscritto inedito e sconosciuto del Configliachi, collocato presso la Biblioteca del Museo Nazionale di Praga (dove si trovasse me lo disse Google.books). Si tratta dei Cenni scientifici del Viaggio fatto l’autunno 1834 nell’Ungheria inferiore, nella Gallizia, nella Slesia e nella Moravia, pubblicato nel mio sito web (www.pietrocasetta.it) in forma liberamente scaricabile, stampabile, e raggiungibile via motore di ricerca.
Dietro l’ostico titolo si nasconde la relazione di un viaggio che il Configliachi effettuò per incarico dell’imperatore Francesco I il quale, a quanto pare, aveva avuto un particolare sentore negativo riguardo la gestione di una certa cava di zolfo. Chiese quindi al Configliachi di recarsi sul posto, incaricandolo quindi di chiarirgli anche altri aspetti delle modalità di gestione dell’impero, quali la situazione della celebre Accademia mineraria di Schemnitz, lo stato dei principali bacini minerari e termali dell’impero, i criteri di gestione agricola del territorio. Il quadro esposto all’imperatore è quello che si ricava dalla lettura del manoscritto: una situazione a dir poco deprimente.
E forse, tale degrado, l’imperatore lo sospettava. Risulta infatti interessante la circostanza per la quale Francesco I si sia affidato non ad un fedelissimo, ma ad un personaggio presente in una black list consegnata dal Capo della Polizia Spaur al vescovo padovano Modesto Farina, che difenderà il Configliachi. Cade dunque l’accusa di austriacantismo rivolta al Configliachi dal Solitro, ripresa dal Lepschy e giunta ai giorni nostri attraverso lo Zanetti: basta scrivere “Luigi Configliachi” sulla rete e, dopo molti e utili risultati bibliografici, si arriverà proprio alla pagina dell’opera di Angelo Gambasin dedicata a questo personaggio. Magari non sarà tutta leggibile a causa dei diritti d’autore, ma le coordinate per giungere al testo cartaceo si potranno velocemente ricavare.
Forse l’imperatore non era a conoscenza di tale accusa, o forse la consapevolezza di una certa crisi (quanto meno economica) dell’impero lo doveva preoccupare al punto di preferire un consulente che sicuramente non avrebbe avuto peli sulla lingua nel riferire lo stato delle cose. Sempre grazie alla rete (come fare altrimenti a raggiungere proprio la Gazzetta della Provincia di Pavia di sabato 31 maggio 1845, e proprio pagina 92?) sappiamo quindi che Configliachi venne nominato, sia pur dopo molti anni, Imperial Regio Consigliere.
Non fu dunque, il Configliachi, soltanto il fondatore dell’istituto padovano per i ciechi, il cui primato va per altro ridimensionato. Il primo istituto italiano risulta infatti essere stato l’Istituto dei Santi Giuseppe e Lucia di Napoli, fondato vent’anni avanti rispetto a quello padovano. Prima che quello padovano nascesse, coi suoi tre ospiti, il Giuseppe e Lucia ne contava ben duecento. (Una fonte a caso: la copia conservata presso una biblioteca francese della guida del 1829 Napoli e contorni di Giuseppe Galanti, digitalizzata da Google.)
Configliachi fu soprattutto un manager, diremmo ora, che affrontava con gli stessi criteri gestionali la fondazione di un istituto per ciechi, la direzione di un ente universitario quale l’Orto Agrario, la riforma di un’accademia mineraria. Sul piano accademico, oltre che per il Rettorato, per altro replicato, il personaggio va rivalutato per la sua dirigenza dello scomparso Orto Agrario dell’Università. La sua guida fu caratterizzata da progetti di ingrandimento e trasformazione, miglioramenti dell’immobile, incrementi dei sussidi didattico-scientifici, questi ultimi costituiti da una collezione di ben trecento modelli di macchine agricole, parte dei quali è ora conservata presso la Collezione di modelli di macchine e attrezzature agricole del Dipartimento territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova, all’interno del complesso Agripolis di Legnaro.
Infine Configliachi fu anche un abate, che espresse posizioni tutt’altro che scontate relativamente alla questione del Potere Temporale della Chiesa e dei rapporti di questa con l’Austria, e caratterizzate da una sorprendente autonomia di pensiero.
Ora questi tre aspetti del personaggio (il filantropo, l’accademico, l’abate) sono finalmente considerati complessivamente.
Pietro Casetta
Il testo verrà presentato martedì 18 giugno alle ore 18.00 preso la Sala Livio Paladin del Palazzo Municipale di Padova, Palazzo Moroni, in Via VIII Febbraio.
Interverranno: Francesco Vallerani, ordinario di Geografia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia; Piero Sanavio, scrittore e antropologo, il curatore Pietro Casetta.
Il testo è scaricabile e stampabile da sito del curatore www.pietrocasetta.it: Luigi Configliachi – “Cenni scientifici del viaggio fatto l’autunno del 1834