Allarme Ascom: duemila auto a Padova senza Rc auto

 

Ci mancava anche la decisione del governo di tagliare, quasi del tutto, la deducibilità del premio per l’assicurazione sulla vita. Così, oltre alla crisi che ha messo all’angolo il settore assicurativo, adesso ci si mette anche il governo a creare problemi ad un comparto in sofferenza già da alcuni anni ed il cui futuro si presenta a tinte molto fosche.
“La crisi generale che si trascina già da tempo – afferma Francesco Pavanello presidente provinciale dello Sna, il sindacato nazionale assicuratori che fa capo, a livello locale, all’Ascom Confcommercio – non poteva lasciare indifferente il nostro settore che infatti denuncia un calo degli utili nell’ordine del 30 per cento dell’intermediazione professionale rappresentata dagli agenti professionisti di assicurazione. D’altra parte, se consideriamo che tutti i consumi sono scesi e che persino l’alimentare ha registrato un segno “meno”, è ovvio che le assicurazioni ne abbiano risentito. In questo quadro negativo le famiglie investono sempre meno in assicurazioni private e in certi casi rinunciano anche all’obbligatoria RC auto”.
Sarebbero peraltro oltre tre milioni, in Italia, le automobili senza copertura assicurativa e si stima che a Padova e provincia girino almeno duemila auto senza polizza.
Altro fronte in sofferenza quello connesso al pianeta casa.
“I patrimoni immobiliari – continua Pavanello – potrebbero essere maggiormente tutelati attraverso assicurazioni studiate sulle effettive esigenze ed invece sono poche le famiglie che si rivolgono a noi per valutare dei piani di copertura”.
Il dato complessivo non è esaltante: solo il 20 per cento degli immobili risulta coperto e la crisi non ha fatto altro che accentuare le difficoltà.
Discorso analogo per le coperture sulla persona e per la previdenza integrativa.
“Stipendi bassi o decurtati dalla cassa integrazione o, addirittura, inesistenti del tutto – sottolinea il presidente dello Sna padovano – non consentono alle famiglie di accantonare nulla per cui anche il solo pensare ad un piano di tutela assicurativa e previdenziale diventa argomento ostico per non dire impossibile”.
In questo quadro per nulla esaltante finisce pertanto che anche l’unica notizia emersa in queste ultime settimane ed in qualche modo positiva, stemperi nettamente la sua carica di interesse. Si tratta dell’obbligatorietà dell’assicurazione RC Professionale per i professionisti iscritti ad un albo.
Anzitutto perché all’elusione dall’obbligo di stipula non segue alcuna sanzione, ma soprattutto perché in Italia c’è, in moltissimi casi, un eccesso di offerta di servizi professionali rispetto alla domanda. Ne consegue che il reddito medio di intere categorie professionali è modesto e tale da comportare difficoltà ad affrontare il costo, a volte molto salato, di una copertura professionale.
Aggiungiamo poi che diverse associazioni professionali di categoria hanno stipulato convenzioni, puntando, più che sulla qualità della copertura, su un costo contenuto.
“Senza voler sminuire quindi l’importanza dell’innovazione – conclude Pavanello – non possiamo che ribadire che non sarà certo questa pur lodevole iniziativa legislativa quella in grado di toglierci dalle secche contingenti, almeno fino a quando non vedremo spuntare e consolidarsi una vera ripresa economica.”