Come per certi calciatori che, arrivati da terre lontane, non si sa bene quale età abbiano, così per Rete Imprese Italia la data di nascita non è il 10 maggio 2010, giorno della sottoscrizione formale di quello che era stato il “patto del Capranica” tra Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti e Casartigiani, ma il 18 febbraio 2014, cioè martedì.
Solo martedì, infatti, i cosidetti “piccoli” hanno dimostrato al Paese (e anche a se stessi) che proprio tanto piccoli non sono.
Sessantamila presenze in una piazza stracolma hanno reso visibile ciò che tutti dicono di sapere e di rispettare ma che poi finisce puntualmente nel dimenticatoio. Ha detto bene il nostro presidente Sangalli: “Tu chiamale se vuoi – ha parafrasato – … elezioni. Perchè solo in quel momento la politica si ricorda che siamo la spina dorsale, che creiamo lavoro, ecc. ecc. Poi più nulla fino all’elezione successiva”.
Martedì, a Roma, è sicuramente successo qualcosa. Qualcuno ha pensato di paragonare la nostra manifestazione alla marcia dei 40 mila di Torino che segnò la svolta degli anni di piombo. Può essere, anche se non è il caso di montarsi la testa. Di certo però qualcosa di “storico” è avvenuto: cinque organizzazioni insieme; commercianti e artigiani di Padova, Modena e Napoli (tanto per citarne alcuni) che scandivano all’unisono, senza guardare alle sigle, quel “basta tasse” che è stato il leit motiv di tutta la mattinata.
Non lo nascondo: l’emozione che ha preso i cinque presidenti nazionali nel momento in cui si sono trovati a parlare alla folla immensa di piazza del Popolo è stata la stessa che mi ha percorso quando ho sentito il presidente Sangalli riconoscere che erano stati i “caschi blu” dell’Ascom padovana a dare un segnale, quasi tre anni fa, con la “visita a sopresa” ai fasulli ministeri del nord di Monza. Il messaggio era chiaro: serviva scendere in piazza.
E martedì, tanti singoli (perchè il nostro mondo è fatto solo di numeri “uno” nel senso che l’individualità è il nostro merito ma anche il nostro limite) hanno formato una massa civile ma determinata dalla quale il presidente incaricato, Matteo Renzi, non potrà prescindere.
Perchè una cosa è certa: 60 mila “numeri uno” martedì, in piazza del Popolo, hanno fatto da apripista. Se servirà (e purtroppo temo che servirà) sono pronti a tornare. Forse un po’ meno accondiscendenti, sicuramente portandosi appresso anche quelli che ieri non c’erano ma che il giorno dopo si sono sentiti, comunque orgogliosi di non essere più solo “l’esercito degli evasori” ma di essere quella parte del Paese che dà lavoro al 57% dei lavoratori totali. In altre parole: da martedì in Italia, c’è anche Rete Imprese Italia. Ci abbiamo girato attorno quasi quattro anni, ma adesso che ci siamo l’occasione non va sprecata!
* Presidente Ascom Confcommercio Padova