Sul Sole 24 Ore di lunedì 31 marzo la classifica completa dell’addizionale Irpef nei capoluoghi di provincia e i centri dove questo prelievo raggiunge le cifre più elevate, con richieste oltre i 500 euro. In vetta alla graduatoria dei capoluoghi non ci sono Milano o Roma: c’è Padova, con 288 euro di prelievo medio nel 2012. Nella classifica del Sole 24 Ore gli importi vengono poi incrociati con l’effettiva quantità dei contribuenti soggetti al prelievo, perché in molti casi le soglie di esenzione stabilite dai sindaci escludono dall’addizionale metà o anche tre quarti della popolazione residente. Come nel caso di Padova che ha una esenzione per tutti i cittadini che percepiscono meno di 15mila euro l’anno, il 40% del totale. Ultima per importo richiesto, sempre tra i capoluoghi di provincia, è Barletta, con 42 euro.
“Padova è la città con il reddito medio più alto del NordEst, secondo un recente studio della CGIA di Mestre, e contemporaneamente una città che si mantiene vitale nonostante la crisi. Negli anni abbiamo sempre deciso di attuare le politiche della fiscalità locale secondo due cardini: tutelare la popolazione a reddito basso e tassare il meno possibile le prime case. A Padova chi ha 15mila euro di reddito imponibile non paga l’addizionale Irpef. Questa franchigia mette al riparo i redditi del 40% dei cittadini di Padova. Chi è proprietario dell’abitazione in cui abita, e a Padova si tratta del 70% dei cittadini residenti, è stato tutelato con l’Imu al minimo sulla prima casa ed avrà lo stesso trattamento anche con l’introduzione della nuova Tares che ha sostituito l’Imu”.
A dirlo il sindaco reggente di Padova Ivo Rossi a commento dell’indagine del Sole24ore che stabilisce come il capoluogo euganeo sia al primo posto per addizionale Irpef media. “Si tratta di chiedere un po’ di più a chi percepisce redditi più alti secondo una logica redistributiva del reddito – aggiunge Rossi – inoltre il calcolo del Sole24ore avviene a posteriori: partendo dal gettito si fa il calcolo della media sul totale dei contribuenti. E’ evidente che in una città come la nostra in cui il lavoro nero e l’evasione fiscale conseguente vengono osteggiate da una cultura della legalità diffusa, la contribuzione media sia più alta. Dove c’è invece chi percepisce tutto o parte dello stipendio in nero, il gettito totale dell’Irpef e quindi anche la sua media, saranno più bassi”.