La Chiesa è fortemente interpellata sul tema dell’accoglienza. La Diocesi di Padova attraverso una rete di uffici diocesani, coordinata da Caritas diocesana, sta lavorando da mesi per sensibilizzare le comunità, offrire adeguate e corrette informazioni, segnalare modalità e gestione dell’accoglienza.
Lo scorso settembre i vicari foranei della Diocesi, quasi in contemporanea con l’appello di papa Francesco, scrivevano a tutte le parrocchie un messaggio dal titolo Migranti e rifugiati ci interpellano. Comunità aperte all’accoglienza, in cui si sottolineava che «Siamo di fronte a un fenomeno epocale, irreversibile e inarrestabile che va affrontato insieme nella ricerca di soluzioni – anche creative – perseguendo il cammino del dialogo e della condivisione. Non sottovalutiamo la fatica e il disagio, le paure e le insicurezze, la crisi economica che acuisce ed enfatizza le tensioni. A questi timori guardiamo con rispetto, attenzione e comprensione. Nelle paure o nella ricerca di soluzioni nessuno va lasciato solo. La paura però non può guidare le nostre scelte né può far venire meno l’impegno della comunità cristiana, che vede nell’altro un fratello e che fa dell’accoglienza il suo stile».
E si prendevano l’impegno ad «avviare percorsi di informazione, comprensione, sensibilizzazione, accoglienza». Un lavoro di sensibilizzazione che Caritas Padova, a nome della Diocesi, sta portando avanti da mesi con incontri e presenza nel territorio. Dopo l’appello di papa Francesco e dopo l’invito dei vicari foranei le comunità cristiane e le realtà religiose si sono sentite ulteriormente stimolate, motivate e coinvolte. Sta crescendo la richiesta di formazione, con incontri, materiali, occasioni culturali. L’agenda dei direttori degli uffici più strettamente coinvolti – Caritas, Pastorale Sociale e del Lavoro, Pastorale dei Migranti – è sempre più fitta di appuntamenti e di richieste di momenti e occasioni di confronto su quanto ruota attorno al massiccio fenomeno delle migrazioni attualmente in atto. Su cosa e come fare accoglienza. Il telefono di Caritas Padova squilla di frequenza con la proposta di persone che desiderano prestare opera di volontariato sul fronte dell’accoglienza dei richiedenti asilo.
Ad oggi nelle strutture diocesane (12 parrocchie nell’intero territorio diocesano e altri enti) sono accolte 130 persone, ma altre situazioni sono in fase di verifica e i numeri in continua evoluzione. «Stiamo registrando una grande richiesta di formazione – commenta don Luca Facco, direttore di Caritas Padova – è importante e fondamentale creare occasioni culturali e formative/informative. Dopo questi incontri di confronto, si stanno avviando nel territorio iniziative a livello parrocchiale e vicariale davvero interessanti alla crescita della sensibilità delle comunità e anche delle realtà territoriali. Su questo fronte ci stiamo impegnando e continueremo».
Dopo il Vademecum della Conferenza Episcopale Italiana sull’accoglienza per le Diocesi italiane, Caritas Padova ha elaborato un documento di domande e risposte veloci e puntuali – FAQ Accoglienza passo dopo passo – che sono state indirizzate alle parrocchie (ma disponibili anche in internet per quanti interessati) e su cui lavoreranno in queste settimane anche i coordinamenti vicariali.
E altro materiale è in fase di realizzazione: un report monografico sui richiedenti asilo, prodotto dall’Osservatorio diocesano per le povertà e le risorse, che verrà presentato in occasione dell’Assemblea delle Caritas parrocchiali e un video documentario di 8 minuti sulle accoglienze già realizzate. Tutto materiale che sarà a disposizione delle comunità e di quanti sono interessati a conoscere di più, partendo dalla realtà dei fatti e delle esperienze.
«Anche le comunità etniche si sentono coinvolte su questo fronte della formazione e della sensibilizzazione delle loro stesse comunità – ricorda don Elia Ferro, delegato diocesano per la Pastorale del Migranti e parroco del Tempio della Pace dove numerosi gruppi non italiani si ritrovano per pregare e fare comunità.
Un tassello importante per comprendere il fenomeno è la riflessione, l’analisi, il confronto, la valutazione in un contesto più globale. Da qui prende spunto il convegno Openfield-Fisp in programma sabato 7 novembre (ore 9.30-13) che affronterà il tema Conflitti e misericordia nel mondo di oggi. Tra emergenza profughi, giustizia e comunicazione. «Conflitti e misericordia – sottolinea don Marco Cagol, delegato vescovile per la Pastorale sociale e del lavoro – sono due parole che sembrano appartenere l’una al linguaggio duro della realtà sociale, economica e politica, l’altro al linguaggio religioso e della coscienza intima, o al massimo delle relazioni famigliari e amicali. In realtà si tratta di due aspetti intimamente legati l’uno all’altro. La coscienza non deve avere paura di considerare il conflitto nella sua realtà dura; la realtà sociale, economica e politica non deve escludere a priori la misericordia come via per la risoluzione dei conflitti. La stretta attualità, anche quella dei profughi, è un campo in cui misurare l’intreccio di queste due dimensioni apparentemente collocate su piani diversi».
Il convegno Fisp/Openfield di sabato 7 novembre, che si terrà in aula magna della Facoltà teologica del Triveneto (via del Seminario 7 a Padova) vedrà il saluto del prof. Luigi Gui, direttore della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico della Diocesi di Padova, l’intervento introduttivo del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla e la relazione della biblista Rosanna Virgili. Quindi si aprirà una tavola rotonda, moderata dal direttore della Difesa del popolo, Guglielmo Frezza, in cui interverranno: Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas italiana, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Franco Balzi, sindaco di Santorso (Vi).
Il convegno sarà trasmesso in streaming sui siti: www.bluradioveneto.it, www.difesapopolo.it e www.diocesipadova.it