Cinquemila persone in Eritrea hanno accesso all’acqua potabile grazie allo sforzo congiunto si Sil – società italiana lining del gruppo di Acegas Aps e all’associazione Bashù. Dal 2007 ad oggi sono già stati realizzati 4 progetti di sviluppo integrato e sostenibile per le aree rurali dell’Eritrea nei villaggi di Medrezien, Adi Tsenaf e per il pozzo di Besciolo. Tutte realtà che permettono alla regione dell’Eritrea dove la realtà pubblico-privata opera alle persone di avere una qualità della vita migliore. Guarda qui il video della presentazione dell’iniziativa
“Acegas Aps è impegnata su più fronti in Africa per aiutare lo sviluppo di reti idriche nell’ambito di progetti di solidarietà internazionale – ha ricordato l’amministratore delegato di Acegas Aps Cesare Pillon – in Tanzania formiamo ogni anno i tecnici che sono responsabili della captazione dell’acqua mentre in Ghana stiamo sviluppando un piccolo acquedotto. Questo progetto dell’Eritrea ci permette di dare acqua potabile a oltre 5000 persone, utilizzando tubi nuovi, ma code di installazioni che realizziamo in Italia e che non sarebbero più utili per il tipo di impianti che vengono realizzati qui da noi ma che sono fondamentali per il miglioramento della qualità della vita in Eritrea”.
Soddisfatto dell’ulteriore esempio di impegno di realtà padovane nei confronti dell’Africa il vice sindaco Ivo Rossi. “Padova è la città dove è nato il Cuamm, associazione dei medici per l’Africa. Questo nuovo sodalizio tra Acegas Aps, società di cui il Comune di Padova è uno dei principali soci e una associazione padovana, la Bashù onlus è una ulteriore testimonianza di quanto l’unione di persone di buona volontà possa portare a risultati insperati sul fronte della rimozione delle disuguaglianze tra paesi. Quella di un accesso a tutti all’acqua è una sfida globale che si può iniziare a vincere appunto con progetti molto concreti come questo che parte da Padova grazie all’impegno di Acegas Aps”.
- Antonia Arslan domani presenta il suo ultimo libro domani al Bo
- Arrestati due ventenni coltivatori di marijuana ad Abano